E’ stato presentato il Rapporto “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”, redatto da “Libera – Associazione, nomi e numeri contro le Mafie” che va a prendere in esame le attività illecite che si svolgono nei porti italiani.
La Campania non è esente dal passaggio della malavita negli scali marittimi, anzi al Porto di Salerno si sono registrate diverse operazioni di smascheramento dell’attività criminale.
Gli scali marittimi rappresentano per i gruppi criminali un’opportunità per incrementare i propri profitti e per rafforzare collusioni. I porti, infatti, possono essere considerati come un punto di arrivo, transito, scambio e intersezione, in cui persone e merci si muovono e vengono movimentate, generando ricchezza: da un lato i business creati dai traffici, dall’altro gli investimenti necessari per mantenere le infrastrutture operative, entrambi possibili campi di espansione degli interessi criminali. All’interno del Rapporto di “Libera”, curato da Francesca Rispoli, Marco Antonelli e Peppe Ruggiero, sono stati elaborati i dati provenienti dalla rassegna stampa Assoporti, dalle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia, della DIA, della DNAA, dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanzia.
Nell’ultima relazione della Commissione Parlamentare Antimafia (XVIII legislatura) presieduta da Nicola Morra, approvata nel settembre 2022, sono due le segnalazioni degne di attenzione. La prima riguarda la continuità del ruolo di crocevia di interessi criminali del porto di Gioia Tauro, mentre la seconda analizza in modo più dettagliato il Porto di Salerno, in cui si afferma che è “tradizionalmente punto di approdo di traffici di sostanze stupefacenti e di merci contraffatte, che spesso fanno capo ad organizzazioni criminali anche non operanti nella provincia” (CPA 2022, p 240). La Commissione riconosce la rilevanza del Porto non solo a livello nazionale, ma soprattutto come struttura servente per il sistema industriale e commerciale del Centro-Sud: “Gli investimenti pubblici degli ultimi anni rendono l’infrastruttura portuale particolarmente appetibile da parte delle organizzazioni mafiose per i potenziali vantaggi derivanti dall’attività di controllo criminale e per tale ragione la Prefettura di Salerno, unitamente alle Forze di Polizia, presta costante attenzione al Porto di Salerno proprio al fine di scongiurare qualsiasi forma di infiltrazione mafiosa”.
Gran parte degli episodi mappati (ben 16) si riferiscono a traffici di cocaina che utilizzano come mezzo di trasporto navi portacontainer. Si fa l’esempio degli oltre 400 kg di cocaina nascosti in un carico di frutta proveniente dal Sud America, poi sequestrati. Un quantitativo tra i più rilevanti mai sequestrati nello scalo laziale. Sempre su quella costa, la DIA segnala anche un’operazione condotta da Carabinieri e Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di circa 275 kg di cocaina nel Porto di Salerno.
Il Rapporto ha preso in esame anche il traffico di alimenti contraffatti che ha toccato i porti di La Spezia, Livorno, Salerno, Civitavecchia, Brindisi, Genova, Palermo e Ancona, con merci provenienti da Paesi africani come Egitto per le arance, Etiopia, Nigeria per i mangimi e Tunisia per pomodori secchi e olio di oliva, Paesi mediorientali come l’Oman, da cui arrivano prodotti ittici, o dell’area mediterranea come la Grecia da cui provengono i molluschi.
Un altro focus riguarda i prodotti tessili contraffatti che hanno in buona parte dei casi riguardato tentativi di importazione di marchi falsificati o capi con indicazioni di produzione errata nell’etichetta.
Particolarmente interessante risulta essere il traffico illecito di rifiuti, che, nel caso italiano, è peculiare: riguarda esclusivamente merce destinata ad altri Paesi. Sono quattro gli episodi mappati nel 2022, tutti che vedono l’Italia esportare verso l’estero gli scarti della propria produzione e del proprio consumo. In questa limitata casistica, sono due le regioni rappresentate: la Campania, con tre episodi e Liguria, con un episodio.
Nel Porto di Salerno, si registra, inoltre, il tentativo di invio di motori e parti disassemblate di mezzi meccanici al cui interno erano ancora presenti oli, lubrificanti e sostanze altamente inquinanti e pericolose, nonostante formalmente risultasse tutto già correttamente bonificato.
Tra gli illeciti commessi c’è lo zampino dei gruppi di camorra e di quelli di origine cinese che, talvolta singolarmente, talvolta congiuntamente, sono coinvolti in attività di traffico di prodotti contraffatti o nel contrabbando di sigarette e TLE. Le proiezioni della ‘ndrangheta sembrano manifestarsi sia nei piccoli porti calabresi, ma le attività illecite superano i confini regionali e coinvolgono altri porti del Sud Italia come quello di Napoli e di Salerno, del Centro Italia, come Livorno, e del Nord-Est con Venezia e Trieste.
Per leggere il rapporto completo, CLICCA QUI.