Dovranno essere riascoltati tutti i testimoni prima di decidere se confermare o meno la sentenza che in primo grado ha assolto il maresciallo dei Carabinieri Giovanni Cunsolo dall’accusa di omicidio colposo.
E’ questa la decisione dei giudici della Corte di Appello di Potenza, presa al termine delle conclusioni dell’avvocato Renivaldo Lagreca, difensore di Cunsolo. Nella precedente udienza, il Procuratore Generale aveva derubricato il reato e chiesto 1 anno e 6 mesi di reclusione con pena sospesa per eccesso colposo nell’esercizio di un dovere. L’avvocato Renivaldo Lagreca questa mattina ha parlato per circa 5 ore per dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse nei confronti del suo assistito. La prossima udienza è stata fissata per il 1° luglio 2015.
“Siamo sereni – ha dichiarato l’avvocato Lagreca – perchè la solidità dei nostri argomenti non potrà essere smentita da alcun testimone”.
Il militare nel primo grado di giudizio era stato accusato ed assolto “perchè il fatto non sussiste” dell’omicidio preterintenzionale di Massimo Casalnuovo, il ragazzo 22enne deceduto la sera del 20 Agosto del 2011 a Buonabitacolo in seguito ai traumi riportati dopo l’impatto con un muretto avvenuto dopo non essersi fermato all’alt dei Carabinieri ad un posto di controllo. La sentenza di assoluzione in primo grado è arrivata il 5 luglio del 2013. Per il PM della Procura di Sala Consilina il maresciallo avrebbe deliberatamente voluto operare una lesione nei confronti di Casalnuovo e questo comportamento avrebbe provocato la morte del ragazzo. Il PM aveva chiesto la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione. La sentenza era arrivata dopo una camera di consiglio durata quasi sette ore. Nelle 57 pagine delle motivazioni della sentenza di primo grado il giudice Enrichetta Cioffi ha smontato l’accusa principale mossa nei confronti del maresciallo Cunsolo, ossia quella di aver sferrato un calcio al ciclomotore condotto da Massimo Casalnuovo. La dottoressa Cioffi esclude che il maresciallo Cunsolo possa aver dato un calcio al ciclomotore. A tal proposito parla di “incongruenze di assoluta evidenza” perchè “il Cunsolo – si legge nelle motivazioni – secondo le ipotesi di accusa e come emerso dalle dichiarazioni di un solo testimone avrebbe sferrato il calcio con il piede sinistro; il referto medico a nome del Cunsolo parla di “trauma contusivo caviglia sinistra” e sulla scocca del motorino non sono state trovate tracce del materiale gommoso delle scarpe indossate dall’imputato”.
– Erminio Cioffi –