Questa mattina, presso il Tribunale di Salerno, si è concluso il Processo Chernobyl, iniziato nel 2007, in cui erano coinvolti vari imprenditori campani, alcuni del Vallo di Diano e Cilento, con l’accusa di sversamento illecito di rifiuti speciali in terreni deputati a uso agricolo.
Nel corso del dibattito il pubblico ministero Russo ha chiesto la prescrizione di tutti i reati e l’assoluzione per il reato di disastro ambientale perché il fatto non sussiste per insufficienza di prove. Inoltre ha sottolineato che “non è stata svolta un’attendibile perizia da parte di soggetti titolati e qualificati, che attesta la sussistenza del reato di inquinamento ambientale“, pertanto ha chiesto al Tribunale di incitare i Comuni coinvolti a effettuare le opportune verifiche tecniche sui terreni sequestrati al fine di intraprendere un percorso di bonifica degli stessi per la pubblica incolumità.
L’avvocato Sticco, legale rappresentante di Codacons Vallo di Diano e Legambiente Campania, durante l’udienza ha insistito affinché il Tribunale prendesse in considerazione la perizia tecnica effettuata sui terreni sequestrati poiché nel testo del capo di imputazione si parla di rifiuti tossici sversati nei terreni agricoli.
Il Presidente Ferrara ha rimandato la sentenza al 7 marzo poiché si deve acquisire agli atti il certificato di morte di uno degli imputati.
– Rosanna Raimondo –
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