Il processo sugli “autovelox truccati” è terminato con la formula “assolti perché il fatto non sussiste.”
Il Tribunale di Lagonegro, infatti, presieduto dal giudice Rosamaria De Lellis, e i giudici a latere Vincenzo D’Amborsio e Ilaria Giuliano ha assolto i Vigili Urbani di San Rufo, San Pietro al Tanagro e Sant’Arsenio che, all’epoca dei fatti facevano parte dell’ Unione dei comuni, coinvolti nella vicenda. Si conclude con un nulla di fatto la lunga controversia che aveva portato sul tavolo degli imputati 10 persone.
Le indagini erano partite dalla Procura della Repubblica di Sala Consilina nella primavera del 2009, con un’attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza del Vallo di Diano. Nel mirino degli inquirenti circa ottanta comuni dell’intero territorio nazionale. L’attività terminò con il sequestro di 50 apparecchiature, tra computer, rilevatori ottici e fotografici e documentazione legate alla società “Garda segnale srl”, proprietaria della strumentazione.
L’inchiesta, denominata “Operazione Devious” prese il via con una denuncia alle Fiamme Gialle da parte di un cittadino di San Pietro al Tanagro che contestò una multa ai suoi danni per presunto eccesso di velocità. Successivamente le indagini portarono alla scoperta di autovelox clonati e alle denunce per reati legati all’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, all’abuso d’ufficio, alla turbativa d’asta, all’omessa denuncia, alla falsità ideologica, alla simulazione di reato.
“Siamo soddisfatti del risultato raggiunto. – ha commentato l’avvocato Antonio Capozzolo – Personalmente sono stato sempre convinto della non colpevolezza del comandante Giovanni Landolfi e l’assoluzione con formula piena ci ha dato ragione. Tuttavia i dissuasori della velocità sono importanti, basta pensare agli incidenti mortali che si sono registrati negli ultimi anni lungo le strade interessate.”
– Tania Tamburro –