In occasione della Festa della donna, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna ha scelto di trattare la prevenzione e la diagnosi della fibromiatosi uterina. Uno degli obiettivi principali per questa giornata è quello di migliorare il livello di attenzione delle donne in ambito ginecologico. Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco De Laurentiis, primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla.
- Cos’è un fibroma?
“Un fibroma è da considerare una massa tumorale e rappresenta la patologia benigna più frequente nella sfera genitale femminile e soprattutto per quanto riguarda l’utero, anche se è possibile riscontrarlo anche a carico alle ovaie. Il fibromioma, nome corretto, è costituito da un aumento di quelle che sono le componenti fibrose e muscolari, struttura portante dell’utero. Non è altro, quindi, che un aumento numerico delle cellule che sono della componente fibrosa e di tipo muscolare che si raccolgono e formano una componente nodulare, manifestandosi come escrescenze di dimensioni variabili, talvolta anche di decine di centimetri”.
- Che fascia d’età colpisce?
“Questa patologia è spiccatamente sensibile agli estrogeni, le fibre si replicano grazie a stimolazione estrogenica e quindi in quanto tale è correlata all’età fertile che andrà dai 20 ai 40 anni anche se non è difficile riscontro trovarlo sotto i 20 anni o in menopausa”.
- Quali sono i campanelli d’allarme?
“Sicuramente, anche fibromi di grosse dimensioni, possono essere asintomatici come fibromi piccoli possono essere sintomatici. È chiaro che è tutto legato alla diagnosi e al controllo annuale. Per parlare di sintomatologia, i fibromi vanno divisi per localizzazione: fibromi sottomucosi verso l’interno dell’utero, dove c’è la mucosa che mensilmente si forma e si desquama con la mestruazione, considerati più piccoli e ‘simpatici’, perché interferiscono alterando il normale ciclo, fibroma intramurale, che si disloca all’interno della parete dell’utero e il fibroma sottosieroso all’esterno. E’ chiaro che si avranno sintomi diversi: un sottosieroso, ad esempio, non dà alterazioni a livello mestruale ma comprime alcuni organi vicini come la vescica, dando quindi problema durante la minzione. Nella maggior parte dei casi, la sintomatologia può essere assente, in altri, tipo dai 35 ai 40 anni, si può associare ad un’ipermenorrea”.
- Quale possono essere le conseguenze?
“Le conseguenze possono essere legate allo sviluppo volumetrico del fibroma come anche all’aumento del numero dei fibromi. Spesso si associ anche l’anemia perché il fibroma sottrae sangue. Sono causa di infertilità, perché la gravidanza va ad annidarsi nell’endometrio: quindi i fibromi interferiscono con l’annidamento e il nutrimento del prodotto del concepimento”.
- Come si dovrà agire?
“Terapie, anche se validate ed efficaci non esistono: nessun farmaco determina la regressione o scomparsa. Esiste il GnRH e l’Ulipristal ma determina solo una regressione momentanea. La risoluzione è quasi sempre chirurgica ma l’approccio è legato a vari fattori: se la paziente è giovane e il fibroma ha dimensioni consistenti va tolto. Un fibroma in età avanzata, non sintomatico, prevederà una condotta di tipo conservativo”.
– Claudia Monaco –