E’ stato presentato questa mattina a Potenza presso il centro Caritas “A Casa di Leo” il rapporto sulla povertà e sull’esclusione sociale 2024 dal titolo “Sabbie mobili”, una fotografia del tessuto e dello status socioeconomico del territorio diocesano di riferimento, con particolare attenzione alla città capoluogo, che a causa dell’instabilità, delle difficoltà e della precarietà occupazionale, oltre che dell’incertezza del presente, può assumere le sembianze delle sabbie mobili e diventare una trappola insidiosa rendendo ogni tentativo di fuga sempre più arduo con il metaforico pericolo di sprofondare.
Le persone, per oltre l’80% di nazionalità italiana, che si sono rivolte nel corso del 2023 ai 26 Centri di Ascolto Caritas presenti in Diocesi sono state 3709 con un aumento rispetto all’anno precedente del 5,8%. Il 73,9% ha figli e quasi la metà ha figli minori mentre la fascia anagrafica maggiormente in difficoltà si attesta tra i 45 e i 54 anni con una percentuale del 29,5%. Questo dato non deve porre in secondo piano la cosiddetta emergenza anziani: infatti le persone con un’età compresa tra i 65 e i 74 anni rappresentano il 12,5%, sintomo di un problema sociale che per ovvie ragioni deve essere affrontato con strumenti di welfare adeguati.
Per quanto attiene alla scolarizzazione continua ad aumentare la percentuale di diplomati che nel 2023 si attesta al 28,7% mentre il 48,7% ha concluso solo il primo ciclo di istruzione. Sul piano lavorativo il 50,7% dichiara di essere disoccupato in cerca di nuova o prima occupazione e tra questi le donne sono il 61,4%. Un dato strutturale sul territorio, dove lo scarso impegno delle donne nel mondo del lavoro rappresenta una possibile causa per cadere nella trappola della povertà che è strettamente connessa all’insufficienza del reddito a causa di occupazioni precarie, scarsamente retribuite o non tutelate da regolari contratti, situazioni alla base del “woorking poor”: il 94% delle persone manifesta uno stato di fragilità economica mentre la platea di chi non ha alcun reddito è in decrescita rispetto agli anni precedenti e si attesta al 15%, nel 2019, invece, era pari al 32%.
Si delineano, dunque, due profili sociali: da una parte persone con storie assistenziali molto lunghe, perlopiù ultracinquantenni, con un basso capitale formativo e carriere lavorative interrotte da lungo tempo, spesso in carico anche ai servizi sociali; dall’altro si evidenzia un aumento di persone più giovani, più istruite, a volte occupate o comunque che hanno perso il lavoro da poco, non in carico a misure istituzionalizzate. L’87% delle persone giunte alla Caritas ha fruito dell’aiuto alimentare in modo continuativo con la distribuzione di 9.352 pacchi di viveri, l’erogazione di buoni spesa e l’accesso all’emporio della solidarietà. Per quanto concerne i sussidi economici, il 67,7% riguarda nello specifico il pagamento di bollette o tasse, il 15% i canoni di locazione. Dal punto di vista sanitario gli interventi legati alla salute hanno riguardato il 23% della totalità delle persone, con di richieste farmaci, visite mediche e cure odontoiatriche.
Monsignor Davide Carbonaro, Arcivescovo metropolita di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo, sottolineando l’intenso lavoro della Caritas sul territorio ha ribadito l’importanza del senso di comunità per superare le difficoltà: “La Caritas dona vitalità. Nella sabbia, nel deserto, ci sono delle oasi che sono luoghi di ascolto, di sostegno, di cura e premura. Aiutare le persone in difficoltà significa accompagnarle con dignità in un percorso di vita puntando ad un salto di qualità al fine di superare la difficoltà di un dato momento e responsabilizzare l’aiuto. La rete, dunque, deve essere intelligente e partecipata”.
Per Marina Buoncristiano, direttrice della Caritas Diocesana la missione “abbraccia le persone più fragili. Non abbiamo la presunzione di essere l’Istat delle persone in difficoltà, con questo documento mostriamo una fotografia della nostra Diocesi, ovvero una parte importante della nostra regione. Attraverso questi dati emergono incontri e storie di vita segnata. Il futuro altro non è che il presente che indossa l’abito della speranza o quello della paura. Noi abbiamo il dovere di guardare avanti con fiducia per promuovere percorsi virtuosi con una mappatura precisa dei bisogni e delle risorse disponibili, ottimizzandole al meglio e senza sprechi. Lo scenario impone di superare i personalismi imparando a lavorare in rete, l’unione diventa una ricchezza e le specificità un valore aggiunto”.
“La città di Potenza evidenzia una serie di criticità. Emerge anche una difficoltà a denunciare la propria condizione, c’è quindi una sacca silente di povertà più difficile da raggiungere e logicamente da provare a sostenere. Abitazione e lavoro sono le prime vere emergenze. La realizzazione di abitazioni rappresenta uno strumento utile per fronteggiare l’emergenza casa e bisogna cominciare a mettere in campo una serie di politiche in tale direzione. La politica deve avere l’ambizione di fare” ha detto il primo cittadino di Potenza, Vincenzo Telesca.
Il profilo socio-anagrafico tracciato attraverso l’attività dei 14 Centri di Ascolto Caritas attivi a Potenza conferma per molti aspetti le tendenze evidenziate a livello diocesano, nonostante ciò il capoluogo riporta specifiche peculiarità in ordine agli ambiti dei bisogni intercettati attraverso i percorsi di sostegno messi in campo.
Nel 2023 le famiglie a vario titolo ascoltate e seguite dalla rete Caritas sono state 861 (oltre 1900 persone). La particolare caratterizzazione del profilo delle persone fragili che in città richiedono un sostegno è per prima rintracciabile nell’aumento di richieste di aiuto mappato nel 2023: a Potenza si attesta oltre il 12% (l’incremento sul territorio diocesano è invece pari al 5%), evidenziando come il capoluogo si confermi una vera e propria “sacca di povertà”, nella quale la difficoltà di accesso ai servizi, i costi più alti e le difficili condizioni di vita riferite in particolar modo alle periferie e ai quartieri popolari rendano più persistente ed eterogeneo il fenomeno dell’esclusione sociale.
Anche a Potenza la povertà presenta un profilo specifico spesso in linea con quanto tracciato su tutto il territorio diocesano: 9 persone su 10 sono di nazionalità italiana, la presenza femminile si conferma predominante nell’accesso ai Centri di Ascolto (58.7%). Lo stato civile si divide equamente anche in città, tra gruppi di coniugati (31.3%), separati e divorziati (31.8%), celibi e nubili (27.6%), evidenziando come il carattere trasversale della povertà colpisca indistintamente le persone (basti pensare che fino a qualche anno fa gli studi riportavano il divario nel manifestarsi di una condizione di difficoltà, tra coniugati e persona sole, evidenziando spesso l’acuirsi dei fattori di rischio tra chi in famiglia e i single).
Si evidenziano invece tratti specifici in relazione all’età e al capitale formativo delle persone accompagnate. La fascia d’età da sempre maggiormente intercettata si conferma quella tra i 45 e i 54 anni (30%, dato in linea con quello diocesano), ma dal 2022 al 2023 si registra un incremento preoccupante sulla città di Potenza di persone prese in carico tra i 55 e i 64 anni, nel 2022 erano il 23%, lo scorso anno il dato si attesta oltre il 29%.
L’aumento di richieste di aiuto da parte delle persone in questa fascia di età si manifesta a partire dall’ultimo trimestre dell’anno, iniziando probabilmente già a delineare gli effetti della sospensione del Reddito di Cittadinanza e della conseguente difficoltà ad accedere e percepire il “Supporto Formazione e Lavoro”, misura strutturata per i cosiddetti “occupabili” (persone con meno di 60 anni). Il livello di istruzione è probabilmente il dato che maggiormente, rispetto ad altri, aiuta a delineare in modo chiaro i profili sociali delle persone a vario titolo sostenute ed incontrate dalla rete Caritas in città. In linea con il trend generale, si conferma un’alta percentuale di persone con la sola licenza media (il 47.6%), rimarcando così la stretta correlazione esistente tra il basso capitale formativo e la storia assistenziale (9 persone su 10 infatti risultano in carico a servizi Caritas o a forme di sostegno istituzionalizzate da oltre 10 anni).
Contestualmente, però, sulla città si evidenzia un costante aumento di persone più istruite che necessitano di sostegno, infatti, il 32.5% ha un diploma, basti pensare che nel 2019 il dato sulla città si attestava al 20.6%.
Il focus sulle caratteristiche socio-anagrafiche relativo alle famiglie in carico alla rete Caritas nel capoluogo rimarca l’identificazione di due specifici profili sociali: persone/famiglie cinquantenni, con basso capitale formativo, fuori dal mercato del lavoro da moltissimi anni, spesso residenti in periferia o in quartieri popolari, con storie assistenziali molto lunghe e in carico ai servizi sociali (a riguardo si specifica che in città oltre il 40% delle persone sostenute da Caritas è seguita dai servizi sociali). Dall’altro lato si tratteggia, invece, il macro-profilo di persone mediamente più giovani, più istruite, in alcuni casi occupate o comunque che hanno perso il lavoro da breve tempo, non in carico a misure istituzionalizzate e portatrici di bisogni molto eterogenei, in quanto legati ad una condizione di vita profondamente differente, seppur precaria.