“Ci aspettiamo un progetto che dia valore alle attività che abbiamo portato avanti in questi anni, chiediamo una reale collocazione lavorativa”. E’ questa la richiesta che gli ex lavoratori Tis (Tirocini di inclusione sociale) del Potentino avanzano alla Regione Basilicata. Con una protesta organizzata questa mattina davanti alla sede regionale in via Verrastro, in occasione di un incontro tra i rappresentanti regionali e diversi sindaci lucani. Prima dell’incontro, all’arrivo dell’assessore regionale Alessandro Galella, all’esterno della Regione è scoppiato un petardo, per fortuna solo tanta paura e nessuna conseguenza.
Sono tanti i lavoratori interessati a questa vicenda: “C’è la crisi, aumentano i prezzi, invece per noi, e tanti sono gli unici a produrre reddito per le famiglie, si ritrovano a dover ricevere circa 100 euro al mese con un nuovo provvedimento della Regione. Non è giusto”.
Sono oltre 500 le persone in Basilicata che rientrano nei tirocini, moltissimi sono del Marmo Platano Melandro, Val d’Agri e Lagonegrese. Sono lavoratori che si occupano di vari settori: manutenzione del verde urbano, cura degli impianti sportivi e altre attività per i Municipi.
In particolare, i lavoratori ex Tis chiedono la rettifica di una delibera regionale, affinché la stessa indichi l’importo di 889 euro mensili a loro favore al cospetto di 103 ore mensili lavorate, o mantenere l’attuale importo di 678 euro con la prestazione di 79 ore mensili. Anziché il riconoscimento che secondo i lavoratori la Regione vorrebbe dare, vale a dire 580 euro per 103 ore mensili lavorate.
Su questo aspetto nei giorni scorsi l’assessore regionale Galella aveva già sottolineato che “il numero delle ore è stato ridotto da 120 a 103 con conseguente riparametrazione del contributo mensile a 580 euro. Poiché la matematica non è un’opinione, è facilmente verificabile che nella determinazione dell’indennità si è utilizzato lo stesso parametro orario, chiaramente con gli arrotondamenti del caso”. Lo stesso Galella ha raggiunto i lavoratori in strada e ha provato a dialogare con loro. “E’ necessario – hanno sottolineato i lavoratori presenti alla protesta – uscire dal lavoro nero legalizzato presso gli enti pubblici, senza regali alle associazioni e cooperative no profit, ricorrendo ad ulteriori esternalizzazioni di servizi pubblici”. L’assessore, poi, ritenendo meritevoli di approfondimento i suggerimenti avanzati ha chiesto di aggiornare l’incontro alla prossima settimana. Non sono state affrontate le proposte sindacali inerenti i progetti di stabilizzazione avendo posto come pregiudiziale ad ogni altra discussione il riconoscimento alla platea interessata del reddito sinora riconosciuto, non potendo in alcun modo ammettere tagli salariali in questo momento di particolare difficoltà sociale.
Gli stessi lavoratori, durante la protesta, hanno sottolineato che la loro platea non rientra tra i beneficiari dei 200 euro per il bonus carburante.