La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza oggi hanno eseguito il sequestro d’urgenza ai fini della successiva confisca di un immobile e di quote di diverse società nella disponibilità diretta e indiretta di Marco Triumbari, disposto dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Potenza su richiesta congiunta del Procuratore Curcio e del Questore Ferrari.
Dagli accertamenti della Sezione Misure di prevenzione della Divisione Anticrimine della Questura e dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria del G.I.C.O. della Guardia di Finanza è emersa una disponibilità patrimoniale complessiva superiore a quella che sarebbe stata consentita dal reddito dichiarato dall’attività economica svolta, con una sproporzione di circa 300mila euro.
Triumbari, gravemente indiziato nel procedimento penale relativo all’indagine sul clan “Martorano- Stefanutti”, così come emerso dalle indagini svolte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e coordinate dalla D.D.A. a novembre 2021, unitamente ad altri indagati, venne tratto in arresto anche per altri delitti aggravati dal metodo mafioso.
Tra i beni sequestrati vi è il bar “Diva Caffè”, ubicato difronte al Palazzo di Giustizia, ritenuto, a livello di gravità indiziaria, luogo d’incontro dei sodali. In questo luogo, sempre sulla base degli indizi raccolti, era stata pianificata anche l’azione intimidatoria a cui ha partecipato personalmente Renato Mariorano, con l’esplosione di colpi di arma da fuoco contro la porta dell’abitazione di un imprenditore di Palomonte per costringerlo a versare delle somme di denaro in favore proprio di Triumbari.
Per questi fatti, Marco Triumbari, tuttora agli arresti domiciliari, risulta imputato per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ed anche cessione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Altra vicenda giudiziaria che lo vede imputato, sempre per delitto aggravato dal metodo mafioso, è l’estorsione consumata ai danni di un altro imprenditore attivo nel settore del commercio di bestiame, questa volta con la partecipazione di altre persone appartenenti al sodalizio “Riviezzi” di Pignola, per la quale nel mese di gennaio dello scorso anno è stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Da ulteriori due procedimenti penali, uno del 2010 della Procura di Potenza, definito con sentenza di non doversi procedere “per estinzione dei reati ascritti per prescrizione” ed un altro più recente del 2018, tuttora pendente presso la Procura della Repubblica di Salerno, sono stati tratti ulteriori indizi in ordine al suo coinvolgimento nelle attività illecite riguardanti il settore del gioco e delle scommesse illegali.