Dichiarazioni postate su Facebook di scarsa consistenza, classificate come “leggere” e, conseguentemente, un fatto tenue non punibile. Per questo motivo un autotrasportatore di Tito è stato assolto dal Tribunale di Forlì dall’accusa di calunnia, a seguito della denuncia presentata da Massimo Bagnoli, all’epoca dei fatti segretario nazionale della Federazione Italiana Trasportatori (diventato poi presidente). Si chiude così la vicenda che ha visto come imputato Srdjan Sergio Grujic, autotrasportatore titese ma di origini montenegrine, in Italia da 27 anni.
Le dichiarazioni dell’autotrasportatore erano state postate il 17 luglio 2017 sul proprio profilo Facebook, circostanza equiparata alla diffusione a mezzo stampa. Tutto ruota attorno a un progetto denominato GNSS che riguarda il monitoraggio satellitare di camion e la tracciabilità delle merci, realizzato dall’associazione Agorà di cui fa parte lo stesso autotrasportatore di Tito, tra i protagonisti del progetto, che aveva ricevuto anche un’alta classificazione in ambito europeo per la sua approvazione. “Questi sono i nostri rappresentanti, vestiti bene e ad apparenza educati e gentili, ma in fondo sono soltanto un cartello di approfittatori, millantatori ed impostori“, scriveva nel suo post su Facebook l’autotrasportatore, che faceva riferimento a rappresentanti di categoria che, a suo dire, avevano tentato di proporre il progetto a cui lui aveva lavorato molto e arrivato anche alla conclusione senza il coinvolgimento dei veri autori.
Nell’ambito del giudizio, Srdjan Sergio Grujic si è assunto la paternità di quanto scritto, ma ha anche spiegato cosa lo ha portato a scrivere tutto ciò, vale a dire proprio la preoccupazione che qualcuno si appropriasse di un progetto così importante destinato a cambiare, e non di poco, il settore, migliorandolo. Nel suo post ha fatto anche riferimento al fatto di “approfittare del progetto e di mentire, conducendo un gioco perfido“. Una sorta di invito a chi in precedenza aveva collaborato alla stesura del progetto ad evitare di portarlo avanti senza interpellare i veri protagonisti e ideatori dello stesso, tra cui lo stesso Grujic. Il pubblico ministero Alessandra Dati aveva chiesto una pena di sei mesi di reclusione, la difesa aveva chiesto l’assoluzione proprio in considerazione della particolare tenuità del fatto. L’autotrasportatore è stato difeso in giudizio dai legali Gianluca Viggiani di Potenza e Giulio Cola di Forlì.
Per il giudice Sonia Serafini, “nel contesto Grujic voleva sicuramente divulgare un suo j’accuse senza oltrepassare l’inaccettabile o intollerabile violazione della dignità e onorabilità altrui. Ma ovvero, se ciò è avvenuto, deve anche ritenersi che Bagnoli non pare certo si sia comportato in modo cristallino, vista anche una intervista rilasciata ad una radio che pare abbia innescato il risentimento di Grujic“. A seguito di una serie di valutazioni, anche sugli indicatori e la gravità del reato disciplinati dall’art. 133 del Codice Penale, il giudice Serafini ha emesso sentenza di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto e anche perché il fatto non sussiste, assolvendo Srdjan Sergio Grujic dalle accuse a lui mosse.