“La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino, a seguito della Conferenza dei Servizi che si è tenuta il 28 ottobre 2022, ha richiesto integrazioni alla Provincia di Salerno relative all’impatto archeologico dell’opera di rifacimento ex-novo del ponte sul fiume Tanagro appartenente alla SP 51, ricadente nel territorio del comune di Padula, nella frazione Ascolese, e al confine con il territorio comunale di Sassano”.
Queste le parole con cui l’associazione Schierarsi Piazza Cilento e Vallo di Diano chiede chiarimenti in merito al rifacimento del Ponte Caiazzano chiuso al traffico dall’ottobre del 2021.
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova opera di attraversamento e la sistemazione della viabilità esistente con un’attività che richiede operazioni di scavo e per le nuove fondazioni ad esso relative ad una profondità raggiunta in fase di scavo variabile approssimativamente tra i 20 e i 25 metri, come emerge dalla documentazione progettuale. L’area dell’intervento, dunque, “sembrerebbe rientrare in un contesto territoriale nel quale sono attestate tracce di tipo archeologico“.
“A tal proposito – sottolinea Schierarsi – il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 prevede che in caso di lavori pubblici ricadenti in aree di interesse archeologico, il soprintendente può richiedere l’esecuzione di saggi archeologici preventivi sulle aree medesime a spese del committente. La normativa del 2016 impone, nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche, la verifica preventiva dell’interesse archeologico sulle aree oggetto di intervento, al fine di accertare, prima di iniziare i lavori, la sussistenza di giacimenti archeologici ancora conservati nel sottosuolo e di evitarne la distruzione. Ciò consente di prevedere eventuali variazioni progettuali a spese del committente, ovvero della Provincia. Inoltre, qualora i lavori siano stati sospesi per cause dipendenti dal committente, la ditta aggiudicataria ha il diritto di ottenere non solo un termine suppletivo per l’ultimazione dei lavori, ma anche il riconoscimento di maggiori danni derivanti dall’eccessiva durata della sospensione. Tutto ciò sempre a discapito della collettività, trattandosi dell’impiego negligente di risorse pubbliche“.
“La Piazza-Schierarsi Cilento-Vallo di Diano ritiene che questa situazione ha assunto nel tempo caratteri e contenuti ormai grotteschi e non più giustificabili – spiega l’associazione -. Non è più possibile soprassedere e aspettare i tempi della politica e della burocrazia. È giunto il momento che la politica a tutti i livelli di coinvolgimento in questa vicenda metta fine a selfie e chiacchiere e si assuma le grandi e gravi responsabilità, ponendo fine a questa farsa in cui a rimetterci sono come sempre i cittadini che pagano le tasse e hanno il sacrosanto diritto di ricevere risposte concrete. Riteniamo, pertanto, di dover intervenire a tutela di tutti i cittadini del Vallo di Diano ed in particolare dei residenti nei comuni interessati dall’intervento di rifacimento ex-novo del ponte Tanagro inoltrando una PEC di accesso agli atti alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino e, per conoscenza, al Presidente della Provincia di Salerno, in cui si chiede di conoscere il parere espresso dalla Soprintendenza in ordine all’impatto archeologico dell’opera di rifacimento ex-novo del ponte sul fiume Tanagro, lungo la SP 51 ricadente nel comune di Padula, sussistendo un interesse diretto dei cittadini a transitare in un tratto stradale, collegamento tra aree di due territori comunali, la cui procrastinata interruzione crea gravi disagi a residenti, famiglie, lavoratori, studenti, commercianti, imprenditori, agricoltori, con dispendio di tempo, aggravio di spese per lo svolgimento delle attività quotidiane e danni economici per le attività presenti nelle aree interessate”.
La Piazza- Schierarsi, inoltre, chiede alla sindaca di Padula ed al sindaco di Sassano di intervenire con urgenza, al fine di prendere gli opportuni provvedimenti e garantire concretamente un percorso alternativo al ponte sul fiume Tanagro, a tutela degli interessi dei cittadini residenti nelle aree interessate dall’intervento e ponendo fine a questa incresciosa situazione che ormai si protrae da quasi tre anni.