Una mattina di preghiera per la popolazione ucraina che sta subendo l’invasione delle forze armate russe. È questa l’iniziativa che si è svolta nella chiesa di San Nicola dei Latini a Polla e organizzata dal parroco don Luigi Terranova.
Un modo questo per dire NO alla guerra ed esprimere la solidarietà e la vicinanza della comunità ai tanti ucraini che vivono a Polla e nel resto del Vallo di Diano.
“Stiamo vivendo un periodo molto brutto – commenta Nadia -. Continuiamo a tenere i contatti con le nostre famiglie. Loro in Ucraina vivono male, hanno paura e piangono. Ho chiesto loro di venire in Italia ma per il momento non vogliono lasciare le abitazioni. I miei familiari abitano poco distante da Kiev”.
Alessandra è da 22 anni a Polla e con la voce rotta dalla commozione sottolinea che “per noi è stato scioccante. Con il cuore siamo vicini al nostro popolo che sta combattendo, li aiutiamo e li sosteniamo moralmente. E’ mai possibile che nessuno riesce a fermare una sola persona? In Ucraina non c’è nessuna dittatura ma c’è la democrazia. Non so per quale motivo Putin vuole comandare il mondo intero e vuole far vedere la sua grandezza. L’Ucraina sta combattendo, non molla e non mollerà. Gli ucraini non molleranno perché stanno difendendo la propria terra. Gloria all’Ucraina”.
Invece Luydmila è qui dall’agosto del 2000 e in Ucraina ha la madre, che oggi compie 81 anni, e la figlia con due bambini. “Mi raccontano che hanno tanta paura ma nonostante questo sono loro a confortare me. Non vogliono venire in Italia ma vogliono restare lì. Stanno fermando i carri armati a mani nude. Hanno una forza enorme dentro. L’Italia può sostenere moralmente ma non penso possa fare grandi cose”.
Tante le parole di affetto pronunciate da don Luigi che ha condannato profondamente la guerra e tutte le manifestazioni di violenza durante la sua omelia.
“Tante volte vi siete trovati qui, in questa chiesa, per celebrare il Natale o la Pasqua, oggi, invece, ci troviamo nel dolore soprattutto per quanto sta succedendo ai vostri familiari. Ho ricevuto una testimonianza molto bella da una di voi che mi ha detto ‘ho sentito attraverso i social che stanno bombardando, mi sono inginocchiata e ho pregato’ ed è proprio questa la forza della preghiera che può smuovere i cuori. La guerra non è uno strumento che risolve i problemi, li accresce. Sentiamoci uniti in questa preghiera”.
Durante la Santa Messa è stato anche recitato il Padre Nostro in lingua ucraina e dopo tutti i presenti hanno recitato la preghiera per la pace di San Giovanni XXIII. È stato anche intonato l’inno nazionale dell’Ucraina.
Mercoledì, 2 marzo, è in programma anche una fiaccolata per poter portare ancora avanti questo messaggio di pace e di unione.