Serata da incorniciare quella vissuta nella giornata di ieri, presso la sala “San Francesco” del Convento di Sant’Antonio a Polla, in occasione della presentazione del libro di poesie di Antonella Caggiano “La vena delle viole”.
Presentato da Paola D’Angelo, poetessa e scrittrice anche lei, nonché giornalista e docente di Lettere classiche, la serata di ieri ha infatti regalato al pubblico presente momenti di vera emozione, anche grazie alle performance musicali del Maestro Giosi Cincotti, nonché grazie alla lettura di alcune poesie tratte da “La vena delle viole” sia da parte di Paola D’Angelo che dalla stessa Antonella Caggiano.
“Non siamo qui per spiegar le poesie di Antonella Caggiano – ha riferito nel corso della presentazione Paola D’Angelo – perché le poesie non si spiegano. Pretendere di spiegare una poesia è un crimine, perché la poesia va soltanto letta, ascoltata ed arriva ad ognuno di noi in maniera diversa dagli altri. La poesia di Antonella, poi, è una poesia sperimentale, che non strizza assolutamente l’occhio al lettore per compiacerlo. Ogni singola parola che Antonella usa nelle sue poesie è frutto di una ricerca raffinata, accurata, elaborata, tesa, come dice di lei il poeta Davide Rondoni, a cogliere il segreto che non si esaurisce”.
Un libro di poesie dove il protagonista assoluto è l’amore, inteso in tutte le sue forme, intriso di sofferenza e passione che vince ogni cosa, che vince anche l’odio e la cattiveria. Alla domanda di Paola D’Angelo su cosa sia la scrittura per lei, Antonella Caggiano ha risposto: “E’ un inferno. Una vera e propria tortura, una fatica durissima. La scrittura non è casualità. Sì, questo è un libro fondamentalmente d’amore, di amore anche verso sé stessi. E’ difficilissimo amare sé stessi, perché non è facile accettarsi e prendersi cura dei propri limiti. E’ un percorso lungo perché, appunto, presuppone la conoscenza del sé. Ma solo se si nutre amore verso sé stessi si possono veramente amare gli altri”.
L’emozione, poi, lascia lo spazio alla commozione quando Antonella legge “ho appreso l’eleganza da mia madre” che conclude con il verso “ho imparato da mia madre a spezzarmi senza far rumore”. Un vero e proprio manifesto d’amore che Antonella Caggiano ha voluto presentare nella sua terra natia, a distanza di un anno da “Dolce di sale” che ha avuto un successo straordinario, tanto che alcune delle poesie racchiuse nella silloge sono state tradotte in divere lingue, ricevendo premi e riconoscimenti.
La serata si è conclusa con una sorpresa da parte del Maestro Giosi Cincotti che ha straordinariamente musicato “A volte è tempo”, tratta proprio da “Dolce di sale”, offrendo al pubblico la versione strumentale del testo cantata da Mena Cacciapuoti. E qui, a questo punto, l’emozione che ha pervaso tutto il pubblico presente in sala si è sciolta in un lungo e sentito applauso liberatorio.