Quattro dipendenti della Ergon poco prima delle 13 di oggi sono saliti su una torretta della capannone dell’azienda ubicato nella zona industriale di Polla.
I quattro operai sono saliti in segno di protesta perché da quasi due anni non percepiscono lo stipendio, da circa un anno non hanno la cassa integrazione e corrono il rischio di essere licenziati.
La situazione dei 29 lavoratori è effettivamente critica alla luce anche di quanto sta accadendo in questi giorni. Infatti, lo scorso 3 aprile, è stato comunicato dal custode giudiziario della Ergon a mezzo PEC ai liquidatori della società che, su istanza dello stesso custode giudiziario, il giudice del tribunale di Lagonegro ha autorizzato l’attivazione della procedura di licenziamento collettivo.
A ciò si aggiunge una comunicazione della stessa Ergon spa a firma dei liquidatori, con la quale viene comunicata l’attivazione della procedura di cassa integrazione per 14 dipendenti della spa e contestualmente il custode giudiziario viene invitato a provvedere al collocamento in cassa integrazione anche dei 29 lavoratori che dall’ex Consorzio di Bacino Salerno 3 sono stati “ceduti” alla Ergon. Collocamento che non è stato ancora effettuato ed è questo uno dei motivi che ha fatto scoppiare la protesta questa mattina.
A fare da portavoce è la signora Rosa Biancamano di Sala Consilina che insieme ad altri 3 colleghi si trova sulla torretta e minaccia di lanciarsi nel vuoto se non riceverà rassicurazioni sul proprio futuro.
“Io e i miei colleghi siamo disperati – ha dichiarato la signora Rosa raggiunta telefonicamente – perché ormai da quasi due anni lavoriamo praticamente gratis e rischiamo di essere licenziati da un momento all’altro. Abbiamo chiesto chiarimenti su quello che ci aspetta e la sola cosa che siamo venuti a sapere è che sembra ci sia l’intenzione di licenziare me ed altri 29 colleghi che sono nella mia stessa situazione”.
La Ergon è la società che per conto del Consorzio di Bacino Sa 3 si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti per diversi comuni della provincia di Salerno. Società che al momento è commissariata.
“Io da mesi non pago il mutuo che ho stipulato per prendere casa – continua la signora Rosa – e non posso permettere che la banca si riprenda la mia casa perché per una colpa non mia non sono riuscita a pagare le rate”.
– Ermicio Cioffi –
Indurre alla disperazione delle famiglie dopo averle illuse con delle garanzie evanescenti fatte da gente senza scrupoli dovrebbe essere un grave reato perseguibile con il carcere.