E’ stata confermata la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione ed al pagamento di 1.200 euro, oltre alle spese legali, per il ladro albanese che ad agosto del 2020 aveva tentato un furto in un’abitazione a Polla. La Corte di Appello di Potenza ha dichiarato inammissibile l’appello proposto dal 30enne Lefter Semini contro la sentenza con cui il 25 gennaio del 2021 il GIP di Lagonegro aveva riconosciuto l’imputato responsabile di tentata rapina impropria aggravata e lesioni personali, con la recidiva e la riduzione per la scelta del rito.
I fatti risalgono al 2020 quando Lefter, insieme ad un complice, si era introdotto in un’abitazione a Polla per commettere un furto. I due furono sorpresi dai proprietari, che al momento del fatto si trovavano dai vicini ed erano stati insospettiti da alcuni rumori provenienti proprio dalla loro abitazione. I ladri, colti di sorpresa, tentarono la fuga ma solo il complice di Lefter riuscì nell’impresa. Il 30enne, quindi, nel tentativo di eludere i proprietari di casa iniziò a lanciare oggetti addosso alle persone accorse. Dopodiché tentò la fuga lanciandosi dal balcone, rimanendo ferito.
Con la sentenza del Tribunale di Lagonegro, dunque, il 30enne è stato riconosciuto responsabile dei reati di tentata rapina impropria aggravata e lesioni personali e, con la recidiva e la riduzione per la scelta del rito abbreviato, condannato alla pena complessiva di 2 anni e 8 mesi di reclusione.
Il procedimento era stato definito nelle forme del giudizio abbreviato con sentenza del GIP che aveva ricostruito dettagliatamente i fatti con diverse testimonianze, a partire da quelle dei proprietari di casa, ed era stato proprio alla luce di quella ricostruzione che il primo giudice aveva disatteso la prospettazione difensiva, già avanzata in quella sede, sulla riconducibilità dell’episodio nella fattispecie del tentato furto.
All’esito della sentenza il legale del 30enne aveva presentato ricorso, i Giudici hanno però ritenuto inammissibili le motivazioni esposte confermando quindi la condanna del ricorrente, più il pagamento di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.
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