Suscita curiosità e scatena il dibattito la tomba, forse di epoca lucana, scoperta a Vibonati nel 2014 durante gli scavi per il metanodotto nella collina del cimitero comunale ed esposta da alcuni giorni all’aperto in uno spazio pubblico davanti al convento di San Francesco di Paola, nel capoluogo.
Sui social, prima un cittadino, Eduardo Rina, e poi il gruppo di opposizione in Consiglio comunale accusano l’Amministrazione guidata dal sindaco Manuel Borrelli di aver lasciato un reperto archeologico così importante per troppo tempo alle intemperie e di non aver provveduto alla sua salvaguardia attraverso un’attenta sorveglianza da parte della Soprintendenza e chiedono all’Amministrazione se siano stati effettuati tutti i passaggi e le operazioni a norma di legge.
La storia di questo sarcofago, dopo il ritrovamento nel 2014, racconta che l’allora ispettore onorario dei Beni archeologici e delle Attività culturali del Ministero Vincenzo Abramo chiese alla funzionaria della Soprintendenza che il sarcofago rimanesse a Vibonati affinché potesse essere utilizzato come laboratorio di ricerca. La tomba fu poi portata in un parcheggio adiacente alla Strada Statale 18 dinanzi alla sede dell’ex Istituto Juventus a Villammare, in località San Rocco, e lì è rimasta all’aperto per 8 anni.
“Quando ho saputo che l’immobile era stato venduto dall’Amministrazione dell’epoca ad un privato – sottolinea il professor Abramo – ho pregato di trasferire questa tomba in un luogo comunale per un laboratorio, dove potesse essere custodita e vigilata, naturalmente da archeologi. Ma è stata dimenticata per tutti questi anni“.
Pochi giorni fa l’intervento della Giunta comunale di Vibonati. “Dopo essere venuto a conoscenza della presenza di questa tomba e dopo aver comunicato alla Soprintendenza il deposito della tomba stessa all’aperto presso questo stabile comunale di località San Rocco alla frazione di Villammare – aggiunge il sindaco Borrelli – e visto che questa tomba non poteva stare alle intemperie, ho spiegato alla funzionaria della Soprintendenza la necessità di doverla spostare in un luogo più sicuro. L’ho fatta, così, prendere e sistemare in un parcheggio vicino al monastero, transennata, sempre previa comunicazione alla Soprintendenza. Quest’ultima nei prossimi giorni verrà sul posto per effettuare un sopralluogo nei locali del museo, nel centro storico, dove la tomba dovrà essere custodita”.