“Due casi che impongono una riflessione: bimbo di 15 mesi viene ucciso da 2 pitbull ad Eboli; a Padova un’anziana di 83 anni viene aggredita da un pitbull, ma le sue condizioni di salute sono fuori pericolo“.
Lo dichiara Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus, dopo la tragedia che questa mattina ha scosso la comunità ebolitana con il drammatico accaduto di località Campolongo, dove il piccolo Francesco Pio è stato azzannato e ucciso.
”Siamo sconvolti e rattristati dalle terribili notizie provenienti da Eboli e Padova – spiega Caporale -. Esprimiamo il più profondo cordoglio alle famiglie coinvolte in entrambi gli incidenti. Ma attenzione, non facciamo di tutta l’erba un fascio per colpevolizzare i pitbull. Non esistono razze aggressive, ma cani che, come gli uomini, possono ammalarsi, impazzire o aggredire a causa di situazioni problematiche o della negligenza umana. Il pitbull è un cane che ha bisogno di un capobranco (e non di un dominatore) che lo sostenga perché seppur dotato di una forza fisica impressionante, possiede una delicatezza caratteriale che lo rende particolarmente sensibile. Chiediamo che i cani non vengano soppressi, ma affidati a chi sa realmente prendersene cura. Noi Animalisti Italiani Onlus siamo pronti ad accoglierli”.
I due pitbull di Eboli sono stati presi dal Servizio Veterinario dell’ASL e ora bisognerà stabilire se saranno abbattuti o meno.
“Il legame tra cane e compagno umano è un riflesso dell’amore reciproco e del rispetto. Liberiamo i pitbull e ogni altro cane simile dai pregiudizi, perché ogni quattrozampe, a prescindere dalla razza o dal genere, è un amico fedele e non aggressivo. Questa tipologia di cane ha certamente un temperamento energico, ma non necessita di essere dominato, quanto piuttosto accolto con responsabilità e autorevolezza. Con il giusto amore, rispetto ed educazione diventano compagni di vita affidabili e generosi. È nostro compito accoglierli ascoltando veramente le loro esigenze, occupandoci seriamente del loro benessere fisico ed emotivo. È tempo di riconoscere che non esistono cani cattivi, solo persone che non li trattano adeguatamente, con competenza e con il rispetto e l’amore che meritano. Il vero lavoro sta a noi: amarli e rispettarli per ciò che sono. Urge la necessità di una maggiore responsabilità da parte dei tutori degli animali e di un rigoroso rispetto delle normative relative al possesso e alla gestione corretta dei cani. È il trattamento e l’ambiente in cui vivono a determinare il loro comportamento. Una soluzione potrebbe essere la regolamentazione della gestione di alcuni tipi di cani con l’istituzione, come ha fatto per esempio il Comune di Milano, di un patentino per la detenzione di alcune razze” conclude Catia Piscitelli del Direttivo Animalisti Italiani Onlus.
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