Falde acquifere contaminate da idrocarburi.
E’ questo il risultato preliminare delle analisi che l’associazione “Amici Monte Li Foj” con la collaborazione della docente dell’Università della Basilicata, Albina Colella, ha effettuato per verificare lo stato di salute dell’area del pozzo petrolifero incidentato ed abbandonato, situato a poco più di 1100 metri sul livello del mare nel territorio di Picerno in località “Porco Morto”, sul Monte Li Foj, meta naturalistica molto visitata e luogo incantato.
Due i prelievi effettuati dai volontari dell’associazione che si sono autotassati anche grazie alla collaborazione dei residenti dell’area, circa un centinaio. E in due luoghi diversi sono usciti fuori elementi come stronzio e idrocarburi.
“Non speravamo in questi risultati, però – ha dichiarato il presidente dell’associazione, Antonio Genovese – qualche dubbio ce l’avevamo. Lo abbiamo fatto a spese di tutti gli associati ed abitanti della zona. C’è stato un aumento delle malattie nella zona e di mortalità, alcuni deceduti ed altri hanno contratto malattie. Siamo abbastanza preoccupati. Grazie alla dott.ssa Colella per la preziosa collaborazione. Ci sono due elementi più inquinanti come stronzio e poi idrocarburi. Abbiamo analizzato due campioni in due aree distanti e questo è il risultato”.
Il pozzo petrolifero rientra nel cosiddetto “Permesso Baragiano”, fu trivellato nel 1995 da una multinazionale del settore petrolifero con l’obiettivo di raggiungere i calcari dell’unità Apula ad una profondità di oltre 6000 metri.
Ma i lavori furono sospesi a circa 5000 metri di profondità, a quanto pare per un incidente. Da lì le attività non continuarono. I residenti sono preoccupati anche perché negli ultimi 20 anni sono stati 16 i casi di morte dovuti a tumore e altri 5 residenti sono malati.
“Chiediamo – ha dichiarato Genovese – che chi di competenza intervenga per monitorare e bonificare questa area”.
– Claudio Buono –