Lia Amato, rappresentante per il Cilento del Coordinamento Nazionale Mare Libero, ha inviato una lettera aperta ai cittadini del Cilento costiero, agli amministratori dei 15 Comuni ed ai consiglieri di opposizione per l’adozione del Piano Utilizzo Aree Demaniali (PUAD).
“Il 20 dicembre, con delibera n.712, la Giunta regionale campana ha adottato il Piano di Utilizzazione delle Aree del Demanio marittimo con finalità turistico-ricreative. Entro il 6 marzo è possibile proporre osservazioni al PUAD su apposito modulo ad esso allegato e tramite PEC. Il 26 gennaio è stata consentita l’audizione alla settima Commissione della Regione Campania delle associazioni ambientaliste a tutela delle spiagge libere e del libero accesso al mare. Ignoriamo in quale circostanza siano stati ascoltati i balneari ma ci risulta che siano stati ascoltati in Giunta – scrive – Comunque, al di là della diversità di trattamento, che per quanto riguarda il mare sembra privilegiare sempre gli affittuari ai proprietari del bene comune, mentre all’audizione del 26 gennaio erano presenti anche i sindaci della città metropolitana, un nuovo invito è stato rivolto a tutti i sindaci costieri della regione per il giorno 6 febbraio. Non risulta che i cilentani della costa siano stati messi al corrente di quanto si stia agendo a loro insaputa e della possibilità di formulare osservazioni ed obiezioni entro il 6 marzo”.
Amato ha letto attentamente il PUAD e con altri iscritti, nello stigmatizzare il silenzio dei sindaci, degli amministratori e degli stessi consiglieri dell’opposizione, tre giorni fa ha richiesto se nei comuni costieri ci fossero consiglieri disponibili a portare un ordine del giorno nel primo Consiglio comunale disponibile avente come oggetto gli orientamenti PUAD al fine di responsabilizzare ed informare la cittadinanza, ma non ha ricevuto risposta.
“Il fatto che terminologicamente nelle disposizioni generali del PUAD, nelle definizioni ma anche quando si parla di equilibrio (30/70 non è equilibrio) sia data priorità sempre alle concessioni balneari fa capire che chi ha stilato il PUAD non è super partes. Ne sono esempio lampante il p.1 dell’art.6 che pone in ultimo le spiagge libere e l’articolo 1 p.3 lettera a che prima cita lo sviluppo turistico e solo dopo aggiunge il contentino sul paesaggio e sugli ecosistemi costieri. Tralascio le ulteriori sostanziali osservazioni che faremo a questo PUAD, che va letto e valutato non solo dai concessionari balneari e dai sindaci o amministratori ma da tutti, perché in Campania diversamente che nelle altre due regioni che hanno stilato il PUAD (il Lazio che destina un minimo del 50% alle spiagge libere e la Puglia che decide per un minimo di 60% di spiagge libere) la Giunta regionale campana reputa equilibrato concederci il 30% di spiagge libere. Immaginatevi una bilancia con due piatti: su uno mettiamo sette chili, sull’altro tre e la bilancia per questi nostri amministratori regionali è in equilibrio! Nei prossimi giorni ci attiveremo per fare tavoli informativi sul PUAD e spiegare ai cittadini quali sono le criticità di questo PUAD e come formulare ed inviare osservazioni entro il 6 marzo. Ai tavoli renderemo pubbliche anche le nostre osservazioni motivate” conclude.