Domani si celebra a Potenza la prima udienza del processo che vede Eni sul banco degli imputati con l’ipotesi di reato di smaltimento illecito di rifiuti per le condotte relative alla gestione del polo estrattivo lucano. Alla vigilia dell’udienza l’Osservatorio popolare Val d’Agri esprime preoccupazione “nei confronti – come fanno sapere i componenti – della mancanza di trasparenza e di responsabilità con cui tanto gli attori economici che istituzionali coinvolti nella vicenda stanno agendo“.
Il 7 ottobre la Regione ha sospeso l’attività di reiniezione delle acque di strato nel Pozzo Costa Molina 2. Le attività erano riprese il 26 luglio dopo tre mesi di stop a fronte dello sversamento di 400 tonnellate di greggio da uno dei serbatoi del Centro Oli di Viggiano. La nuova sospensione è stata motivata dalle analisi effettuate da Arpab da cui è risultata la presenza di ammine nelle acque da reiniettare. “Alla sospensione del Pozzo – sottolinea l’Osservatorio – non è tuttavia seguita la sospensione delle attività estrattive e dunque del COVA di Viggiano, con conseguente necessità di provvedere a smaltire le acque di strato nel frattempo prodotte in altro modo“.
Secondo l’Osservatorio popolare “insistenti voci riferiscono di prove in corso presso il Pozzo Monte Alpi 9. Tali prove di pressione che potrebbero servire per valutare la possibilità di reiniettare in territorio di Grumento Nova, rappresenterebbero una grave forzatura nei confronti dei cittadini e delle istituzioni locali che hanno deliberato a maggioranza assoluta il diniego alla reiniezione in quel sito“.
E pone delle domande:”Come sta operando attualmente il COVA? Dove vengono smaltite dal 7 ottobre le acque di strato prodotte dalle attività estrattive? La Regione ritiene o no che sia un diritto dei cittadini essere messi al corrente delle decisioni riguardanti il funzionamento del Cova e dei rischi ad esso connessi? Come si spiega questa reiterata e preoccupante mancanza di trasparenza?“.
– Chiara Di Miele –