Revocare o annullare le delibere relative agli accordi con Total sul giacimento di Tempa Rossa. E’ la richiesta avanzata al Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e alla Giunta regionale dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, attraverso Gianni Perrino.
“La nostra non è una posizione ideologica – afferma Perrino – . A seguito di una lettura dei documenti sono emerse anomalie e criticità che comprometterebbero seriamente la legittimità degli atti e porrebbero gli interessi pubblici, la stessa Regione e il suo territorio in una posizione di svantaggio e di subordine rispetto ai colossi petroliferi Total e&p Italia, Mitsui e&p Italia B s.r.l. e Shell”.
Perrino spiega che dall’analisi delle clausole inerenti le compensazioni ambientali emergono criticità per la Regione Basilicata. “Se in un passaggio si parla di ‘fornitura gratuita’ al netto dell’autoconsumo e delle royalties dovute di tutto il gas prodotto nel giacimento di Tempa Rossa, un ulteriore approfondimento – spiega Perrino – fa chiaramente emergere che, in sintesi, le multinazionali petrolifere garantiscono alla Regione Basilicata la fornitura gratuita di solo 40 milioni di metri cubi all’anno con un massimo di 1200 metri cubi per 30 anni. Viene prevista una verifica quinquennale delle eccedenze rispetto ai 40 metri cubi annui spettanti alla Regione Basilicata. Balzano, tuttavia, all’attenzione gli effetti fortemente distorsivi e negativi per la Regione Basilicata di una condizionalità: solo se la somma delle eccedenze di gas naturale supera i 200 metri cubi al termine di ciascun quinquennio, la Regione acquista il diritto a richiederne ai contitolari il rinvio alla fine del secondo anno successivo al quinquennio appena passato oppure, in alternativa, concordarne le modalità per la gestione, fermo restando l’eventuale utilizzazione di tali eccedenze per raggiungere i 40 metri cubi annui”.
Il consigliere Perrino parla poi della totale assenza di clausole sanzionatorie che potrebbe comportare per la Regione Basilicata una maggiore difficoltà di ottenere dalle imprese petrolifere titolari della concessione di Tempa Rossa, congrui risarcimenti per i danni arrecati dall’inadempimento delle obbligazioni assunte con l’Accordo Quadro integrato e con i protocolli allegati.
“La Regione si spinge fino a garantire alle imprese petrolifere una sorta di ‘scudo amministrativo e giudiziario’. Infatti – afferma Perrino – nell’Accordo Quadro integrato, si legge che, per l’intera durata della concessione, la Regione Basilicata ‘si impegna a tenere i contitolari indenni da qualsiasi richiesta o pretesa di enti pubblici situati nel territorio della Regione, per gli stessi o analoghi titoli, nonché a gestirne le eventuali richieste’. Occorre infine evidenziare che nella delibera 877/2019 recante la verifica di ottemperanza alle prescrizioni contenute nel provvedimento di giudizio favorevole di compatibilità ambientale, non appaiono superati alcuni rilievi fatti da Ispra (come quello sugli scarichi nel corso d’acqua denominato ‘Fosso Cupo’)”.
Perrino conclude affermando di aver portato queste “falle” all’attenzione della Giunta regionale con un documento dettagliato inviato al Presidente Bardi. “Ci aspettavamo maggiore capacità di imparare dagli errori commessi in passato e dall’esperienza assai negativa fatta con gli accordi, in gran parte disattesi, tra Regione Basilicata e Eni a Viggiano – conclude Perrino -, ma la superficialità sembra essere il motore di questa Giunta del cambiamento gattopardesco targata Bardi. Non resta che aggrapparsi alla seppur tenue speranza di un ravvedimento operoso”.
– Antonella D’Alto –