Sono momenti di confusione quelli vissuti in questi giorni dopo l’istituzione della zona infetta da parte della Regione Campania, in diversi Comuni del Vallo di Diano, dopo il ritrovamento di 5 carcasse di cinghiali tra Sanza e Montesano risultate positive alla peste suina.
Il movimento del virus, che non è trasmissibile all’uomo e colpisce solo suini (cinghiali e maiali domestici), è attualmente attenzionato dai vertici dell’Asl per cercare di circoscrivere la zona di contagio prima che arrivi a colpire gli allevamenti con gravi ripercussioni economiche.
La zona infetta nel territorio riguarda i comuni di Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell’Angelo. Una zona circoscritta in questo modo anche alla luce del fatto che le carcasse erano lì da circa due mesi, come rilevato dallo stato di decomposizione, e che farebbe pensare ad una presenza del virus già consolidata tra i selvatici.
Il Presidente della Comunità Montana, Francesco Cavallone, ha organizzato un incontro a Padula alla presenza dei sindaci e dei veterinari, i dottori Nicola Cestaro e Francescantonio D’Orilia, al fine di chiarire anche quelle che sono le attuali normative.
Diverse, infatti, sono state le questioni sollevate dai sindaci, come ad esempio le eventuali feste ed i pellegrinaggi nelle zone di montagna o i molteplici dubbi sulle attività agricole dei cittadini. In via precauzionale, infatti, in diversi comuni valdianesi sono state sospese manifestazioni e feste in zone esclusivamente di montagna: si tratta di decisioni, come sottolineato nel corso dell’incontro, prese alla luce del fatto che l’uomo è il veicolo di trasmissione del virus anche attraverso un rifiuto abbandonato o attraverso i calzari utilizzati senza disinfezione.
“In questo momento – ha sottolineato Cavallone – siamo chiamati a fare prevenzione. Se si cammina in zone di montagna occorre ad esempio stare attenti e disinfettare. Sono semplici precauzioni ma che hanno un particolare valore perché evitano di far viaggiare il virus”.
“E’ giusto che si faccia chiarezza – ha spiegato il dottore Francescantonio D’Orilia – la peste suina si combatte se tutte le istituzioni stanno dalla stessa parte, stiamo parlando di danni di miliardi di euro. Quindi in questa prima fase dobbiamo convergere verso un unico obiettivo. C’è un’area infetta provvisoria perché non sappiamo da dove è arrivato il virus. Per questo bisogna fare una ricerca delle carcasse, un lavoro già attivato. A tal proposito non mi appello solo ai cacciatori, ma anche ai gruppi di Protezione Civile. L’obiettivo è salvaguardare il patrimonio zootecnico. Se riusciamo a stare buoni e a comportarci bene, il virus si fermerà. Ricordo: è l’uomo il veicolo della peste suina”.
Nei prossimi giorni ai comuni ricadenti nell’area infetta l’Asl distribuirà la segnaletica che indica la presenza di peste suina. Inoltre, è stata spiegata nello specifico l’ordinanza regionale: da una parte, dunque, i servizi veterinari sono tenuti ad attivare la sorveglianza passiva delle carcasse e a gestirle e smaltirle, dall’altra hanno l’obbligo di censire tutti gli allevamenti che posseggono suini. Inoltre, bisognerà programmare la macellazione dei suini domestici: “Si tratta in questo momento di un 20% della popolazione che ha acquistato un maialino – le parole dei vertici sanitari presenti – ma devono abbatterli subito previa visita veterinaria”.
Nelle prossime settimane, invece, sarà la volta dei suini degli allevamenti che avranno ordine di abbattimento dopo l’individuazione, da parte degli organi competenti, di macelli autorizzati presenti in zona rossa. Il tutto in attesa di una risposta da parte della Regione in materia di indennizzi per gli allevatori. Si tratta di provvedimenti destinati a cercare di evitare l’attecchimento del virus tra i capi domestici.
La Regione inoltre ha vietato la movimentazione dalla zona infetta di carne e prodotti a base di carne ottenuti da abbattimenti di suini. Vietato lo spostamento di suini dalla zona infetta. E’ vietato utilizzare paglia e fieno nei luoghi dove sono presenti suini, cacciare, alimentare e avvicinare cinghiali, raccogliere funghi e asparagi. Divieto, inoltre, di attività all’aperto, sportive, ludiche svolte nelle aree agricole e naturali: possono essere autorizzate dalle autorità comunali previo parere dell’Asl e previa comunicazione al Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana. E’ stato inoltre richiesto, nel provvedimento regionale, un rafforzamento delle barriere fisiche per limitare gli spostamenti dei selvatici e ogni forma di recinzione intorno ai cassonetti dei rifiuti. Particolare attenzione sarà data alla ricerca di allevamenti di suini abusivi sul territorio.
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