In merito al rischio di diffusione della peste suina africana, di cui nelle scorse settimane sono stati registrati focolai in alcune zone del Paese, interviene l’Associazione degli allevatori della Basilicata che parla di una “catastrofe sanitaria zootecnica” se dovesse arrivare sul territorio lucano.
Il presidente dell’associazione, Palmino Ferramosca, ricorda all’ANSA Basilicata che “quella del suino nero lucano è una razza molto ben adattata al territorio ed alle condizioni climatiche ed ambientali e per la sua rusticità in grado di essere allevata all’aperto ed indirizzata alla vita pascolativa anche in aree marginali. Proprio per queste particolarità le carni sono particolarmente ricercate specie per produrre i tipici salumi lucani: la salsiccia pezzente della montagna materana (presidio SlowFood), la salsiccia a catena di Cancellara, l’annuglia di Laurenzana, la soppressata e tanti altri. L’intero patrimonio zootecnico suinicolo e di biodiversità rischia di venire annullato dall’avanzare della peste suina africana“.
Secondo l’Ara, che ha incontrato gli assessori regionali Fanelli e Leone, è necessario “procedere immediatamente ad un drastico depopolamento degli animali selvatici, in particolare del cinghiale“.
Gli allevatori chiedono che il Consiglio regionale approvi un ordine del giorno da sottoporre al vaglio delle assemblee di tutte le Regioni italiane per far modificare la legge nazionale in un momento di emergenza sanitaria.