La piaga del lavoro nero e la relativa tematica della sicurezza. Se ne è discusso ieri sera nel convegno “Morire di lavoro” presso l’auditorium del Mida1 di Pertosa.
L’evento si è svolto in parallelo con la X edizione del “Premio Impresa Etica”, onoreficenza conferita ai titolari di piccole e medie imprese che si sono distinti nel rapporto con i propri dipendenti nel rispetto delle regole contrattuali e dei diritti dei lavoratori. Premio assegnato in memoria di Annamaria Mercadante e Giovanna Curcio, le due donne morte tragicamente nel 2006 all’interno di un materassificio a Montesano sulla Marcellana.
Il titolo dell’incontro,“Morire di lavoro”, ha voluto ricordare la figura della bracciante pugliese Paola Clemente, morta per sfinimento in una campagna del tarantino mentre scartava gli acini dell’uva ormai guasti.
Dopo i saluti del sindaco di Pertosa Michele Caggiano, hanno preso parte all’incontro moderato da Enzo Faenza, Franco Musumeci, Anselmo Botte segretario provinciale CGIL e Antonio Manzo, giornalista de “Il Mattino”. Presente inoltre anche Donato Pica, neo Presidente dell’Arechi Multiservice.
Durante l’incontro si sono evidenziate le condizioni lavorative dello sfruttamento degli operai nel settore dell’agricoltura e la “piaga sociale” del caporalato. In particolare, Musumeci ha sottolineato nella sua relazione la “qualità” del lavoro fatta di benessere psicofisico e giusta retribuzione. Importante anche la relazione sulle malattie professionali, dove si è evidenziato come le patologie al sistema omeo-articolare colpiscano maggiormente i braccianti. Lo scrittore Anselmo Botte ha invece trattato la piaga del “caporalato per etnia”, un fenomeno sul quale ha prodotto un dossier riguardo la Piana del Sele consegnato alle Forze dell’ Ordine che hanno avviato le indagini sulle condizioni dei migranti ridotti in schiavitù. Parola infine al giornalista Antonio Manzo che si è occupato di lavoro nero e caporalato e che ha sottolineato l’importanza delle parole di Papa Francesco il quale ha recentemente affermato come il valore primario del lavoro è il bene della persona umana.
Il “Premio Impresa Etica” è stato conferito alla signora Rosa D’Amato e alla sua azienda agricola che opera eticamente nella Piana del Sele.
– Claudia Monaco –