Le sedie vuote. Piena di ricordi è la mente.
Ad ogni sedia vuota corrisponde un volto, una voce ora muta.
È pieno di presenze il mio aldilà.
Forse mi sorridono ora che penso a loro.
I Natali con voi. L’odore di fritto nei capelli che sapevano di alici, calamari, capitone e di miele degli struffoli.
Aria di casa, aria di famiglia, aria di voi.
Nella mia camera, già scrivevo la prima pagina della nuova agendina. Sempre con una preghiera scritta per lei, la madonnina. Ringraziavo, promettevo. Ringraziavo, speravo.
Il nuovo anno era già pieno di sogni e non era ancora iniziato. Per ogni anno nuovo stabilivo un colore ed in genere l’agenda, l’ombrello erano del colore scelto. I sogni erano di tutti i colori tranne nel Natale di quell’anno in cui papà andò nel suo cielo. Di allora ricordo le luci dell’albero ed io seduta a guardarlo ed a piangere.
Sembrava tutto normale, l’albero, il presepe che lui amava tanto, ma io ero diversa. Noi tutti eravamo diversi. Ognuno piangeva chiuso nel proprio scrigno e non sapemmo abbracciarci tutti insieme noi figli. Il dolore è unico e solo. Però mamma sapeva rallegrare i nostri cuori e le nostre lacrime scendevano lente sui suoi struffoli. Come erano buoni!
Lei se ne andò durante le vacanze di Natale. Dicono che chi va nell’aldilà in questo periodo, va direttamente in Paradiso. Era in coma vigile. Le chiesi di non morire il giorno di Natale e andò via due giorni dopo. Nel frattempo sognai mio padre che l’aspettava in una stanza esagonale grigia al cui centro c’era una fontana esagonale di pietra grigia senza acqua. “Quando vieni? Ti sto aspettando” E lei andò. In quel cimitero, in cui non ero mai stata, la prima cosa che vidi fu una fontana grigia, esagonale e senza acqua. Capii che veramente papà era venuta a prenderla. Ha lasciato insegnamenti d’amore, il valore dei sacrifici, la potenza dei sogni e della volontà e la sua ricetta degli struffoli. Presto li farò anch’io.
Non voglio vedere le sedie vuote, sono troppe. Voglio immaginarli a fianco di ognuno di noi, con uno sguardo dolce e sereno rivolto a noi figli, ai nipoti e pronipoti.
Le sedie saranno tutte piene. Le lacrime saranno momentaneamente sospese. Il camino acceso. Le pietanze nei piatti di portata apriranno le loro danze.
Potrò dirvi solo “grazie” e vi penserò alla fine del pranzo quando chiederò a mio marito “Com’era? Com’è andato?” E lui mi risponderà “Tutto ottimo. Brava. È andato tutto bene“. Sì, è andato tutto bene. C’eravamo tutti.
Paola Testaferrata
- * Immagine di DCStudio su Freepik