La Pasqua è “guardare oltre” il sepolcro. Non fermarsi dinanzi alle tenebre che avvolgono la sofferenza per una morte ingiusta, come quella dell’Uomo Crocifisso. Quando tutto sembra fermarsi, la speranza si mette in movimento. Ed è lì che la Pasqua diventa una luce nel buio, un’alba dopo il tramonto, il coraggio dopo la sconfitta. Le ferite del vivere spesso ci fanno attraversare deserti di solitudine, mai privi però, di un’oasi.
Può essere Pasqua quando una parola ci consola, un sorriso accarezza il nostro sguardo illuminandolo, un pensiero ci giunge inaspettato e sincero. Siamo a Pasqua anche al termine di una giornata travagliata, quando ci sentiamo soddisfatti e in pace per aver realizzato qualcosa di buono. Una Pasqua di Gloria sarebbe veder risorgere il territorio, restituendo nelle diverse realtà locali la dignità smarrita. Forse è una Pasqua lontana intanto, viviamo le festività secondo il credo di ciascuno.
In effetti, la Pasqua è credere. Si può e si deve sollevare lo sguardo oltre il limite della sofferenza. Anche quando la crisi sembra schiacciare il presente, non bisogna smarrire quel barlume di fiducia che alimenta i battiti del cuore. Forse è Pasqua anche adesso se abbiamo guardato oltre le difficoltà del momento e per un attimo abbiamo creduto di poter risorgere.
– Lucia Giallorenzo –