Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni negli ultimi tempi è al centro di numerose discussioni e riunioni. Parte degli amministratori del territorio ricadente sotto la giurisdizione dell’Ente vorrebbe addirittura affrancarsene, altra parte, di contro, continua a credere in un’istituzione che dovrebbe valorizzare e tutelare maggiormente le comunità. A questo proposito Vincenzo Luciano, presidente Uncem Campania e già membro del Direttivo del Parco dal 96 al 2001, in una lettera aperta dal titolo “Il Parco oltre il Parco” affronta la questione.
“In questo periodo si susseguono incontri ambigui, strumentali e capaci solo di cavalcare la rabbia dei cittadini, rischiando di nascondere così le responsabilità nella cattiva gestione del nostro Parco di questi ultimi anni, o peggio ancora di evitare il confronto vero su come esso vada riformato e rilanciato in un progetto di sviluppo complessivo, sinergico ed integrato del nostro territorio” è l’incipit di Luciano.
“Bisogna aprire un dibattito serio sul Parco – consiglia – Non serve scegliere le strade più semplici e liquidatorie. La fase di stallo e di involuzione del nostro Parco hanno come responsabili chi l’ha gestito in questi ultimi anni, chi ne ha disatteso le speranze per incapacità e approssimazione, chi lo ha allontanato dai cittadini, chi ne ha rallentato le scelte di politiche ambientali che rispondessero a richieste di sviluppo sostenibile, duraturo ed integrato per l’intero territorio a Parco“. E sulla perimetrazione anche il presidente Uncem è convinto che vada “rivista; così come il problema creato dalla presenza indisturbata ed incontrollata dei cinghiali va risolto senza mezzi termini e non solo con il tardivo intervento di abbattimento selettivo, per altro non ancora iniziato; senza contare la visione troppo vincolistica che non libera quel dinamismo economico potenziale al territorio“.
“Ma possono questi problemi diventare oggetto di scontro demagogico sul territorio di una delle aree protette più significative del mondo? Si può, da qui, mettere in discussione l’idea stessa del Parco, non facendo i conti sul serio con i tanti e nuovi problemi e sulle prospettive di realtà interne e montane come le nostre, di cui il Parco è senza dubbio una sponda importante?” chiede Luciano.
“Il territorio del Parco deve restituire le sue opportunità alle comunità, deve restare un elemento di sviluppo, di crescita; ma questo si consolida solo intensificando la consapevolezza diffusa e la condivisione dei valori che esso rappresenta – si continua a leggere nella lettera aperta – La nostra è una terra antica e fiera del suo passato ma soprattutto del suo futuro possibile, dove sicuramente la scelta del Parco ha rappresentato per il territorio una svolta storica, una grande sfida culturale, politica ed economica alla quale, ora più che mai, non dobbiamo sottrarci“.
“Un territorio fatto da uomini-cittadini del Parco, con uno status nuovo che compiono scelte ambientali mature, come la green economy, e che guardano ad un’idea del mondo diversa, un nuovo modello di sviluppo condiviso ed identitario, ma aperto alle proprie radici ed alle proprie ali – è il consiglio finale di Vincenzo Luciano alle comunità e agli amministratori del Parco – Il Cilento, solo per questa strada può incontrare il mondo!“.
– redazione –