“Stimo molto il Santo Padre ma per la prima volta ritengo che abbia toppato oltre ad offendere l’intera categoria medica”.
A dichiararlo è il dottore Francesco De Laurentiis, primario del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla all’indomani delle dure parole usate da Papa Francesco durante l’Udienza Generale in merito all’aborto.
“Io vi domando: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? – le parole del Pontefice – È come affittare un sicario. La vita è aggredita dalle guerre, dalle organizzazioni che sfruttano l’uomo, leggiamo sui giornali o vediamo sui telegiornali tante cose, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto. Questo è disprezzare la vita, è uccidere”.
“La problematica dovrebbe essere affrontata da un punto di vista multidisciplinare – spiega il dott. De Laurentiis – se si affronta il problema da un punto di vista medico-scientifico o etico-religioso. C’è da capire se il Santo Padre si riferisse agli aborti illegali oppure a chi rispetta la Legge 194 del ’78 dove il momento ispiratore non è stata la possibilità di rendere l’aborto legale ma ha permesso una procreazione cosciente e responsabile. La 194 affida ai consultori le donne che per varie problematiche decidono di non portare avanti la gravidanza e ha lo scopo di dissuadere la donna e non facilitare. Se la legge è fatta bene e si attua male è un discorso diverso”.
“Ora sono obiettore di coscienza – continua – ma in passato non lo ero. Dopo aver provato a dissuadere avevi almeno la certezza di inviarli in centri controllati che garantivano la salute. Se il ginecologo, ad oggi, è equiparato ad un sicario è davvero offensivo per il professionista e per l’uomo”.
De Laurentiis parla inoltre dei rischi legati alla salute della donna: “La possibilità di abortire sempre secondo legge – spiega – sono i rischi fisici e psichici. Se si impedisce alla donna questo diritto si è ancora più sicari. Evidentemente il Santo Padre non ha letto bene la Legge 194. Si preferirebbe tornare ai tempi dove si effettuavano stregonerie di ogni tipo per abortire rischiando così la vita?”
“Questi ipotetici “sicari” – conclude – sono persone che nel quotidiano salvano vite umane. Non abbiamo pistole ma usiamo la nostra scienza ed abnegazione accompagnata da grandi sacrifici. Siamo poco assistiti, affrontiamo interventi in condizioni precarie e la responsabilità è solo nostra non del Santo Padre. Rispondiamo scrupolosamente in prima persona di quello che facciamo”.
– Claudia Monaco –