Si è tenuta ieri sera, presso la Certosa di San Lorenzo a Padula, la presentazione del volume “Dov’è la patria nostra? Luoghi, memorie e storie della Legione cecoslovacca in Italia durante la Grande Guerra” e del documentario “La Grande Guerra. Il campo di concentramento di Padula”, a cura della Nova Civitas Soc. Coop. di Padula, in collaborazione con la Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino.
Hanno preso parte all’incontro Paolo Imparato, sindaco della Città di Padula, Tiziana Bove Ferrigno, assessore alla Cultura della Città di Padula, Caterina Di Bianco, presidente della Nova Civitas Soc. Coop, Massimiliano Amato, Scuola di giornalismo dell’ Università di Salerno, Antonio Manzo, giornalista de “Il Mattino”, e Carmine Pinto , docente di Storia Contemporanea dell’Università di Salerno.
Il volume raccoglie riproduzioni di foto e documenti d’epoca inediti, insieme agli atti del convegno tenutosi in occasione dell’inaugurazione della mostra permanente sul campo di prigionia, il 15 dicembre 2012 (alla presenza degli ambasciatori delle Repubbliche Ceca e Slovacca in Italia) e visitabile nella passeggiata coperta del monastero certosino.
Il documentario, realizzato da Giovanni Gallo, rappresenta un ulteriore approfondimento delle vicende locali, attraverso collegamenti con i fatti generali che hanno determinato il conflitto.
“Per la prima volta nella storia d’Italia il Sud, attraverso i contadini, attraverso le masse di diseredati che andarono ad ingrossare le fila dell’esercito italiano, si sentiva parte del processo di integrazione nazionale – ha sottolineato Massimiliano Amato – Dico questo perchè, leggendo il libro e i vari interventi, emerge con chiarezza l’integrazione che ci fu tra questa colonia di prigionieri cecoslovacchi e la popolazione del territorio, integrazione tra diverse identità e culture”.
“Padula ha deciso di non vivere solamente della straordinaria eredità architettonica e spirituale della Certosa, ma di mettere intorno alla Certosa quel senso di cultura che è appartenenza che può fare grande una comunità, eredità che può lanciarla in uno scenario che oggi è fatto del localismo buono, del localismo onesto, del localismo produttivo e riproduttivo di etica locale – ha affermato Antonio Manzo – Difficilmente si trovano in giro studi di storia locale così bene attrezzati, così scientificamente codificati secondo delle regole classiche che non passano mai, della ricerca della storia locale fuori dal cronachismo locale”.
Il professore Carmine Pinto ha sottolineato il lavoro appassionato e meticoloso di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del volume, stampato grazie ad un contributo del Comitato Nazionale per la Grande Guerra: “Il primo scopo della serata è sostenere chi produce alta cultura a costo zero, un vanto per una comunità come Padula, uno scopo prettamente politico nel senso più alto del termine, politica intesa, cioè, come la forma più alta di esprimersi nella società”.
– Filomena Chiappardo –