Si è tenuta ieri sera, presso la sala convegni della parrocchia Sant’Alfonso a Padula Scalo, la presentazione della mostra “Laico cioè cristiano – San Giuseppe Moscati”, evento organizzato dalla parrocchia Sant’Alfonso e dalla parrocchia S. Maria di Loreto di Arenabianca, in collaborazione con la Biblioteca “Mons. Antonio Pascale” di Arenabianca e il Centro d’ascolto di Padula Scalo; sponsor ufficiale la Banca Monte Pruno, che si mostra sempre vicina alle iniziative culturali del territorio.
La mostra si compone di pannelli che spiegano in modo dettagliato la figura dell’insigne dottore napoletano analizzando il contesto storico, sociale e culturale nel quale ha operato, a cavallo tra la fine dell’ ‘800 e gli inizi del ‘900, ed il suo operato come medico e maestro. Il percorso espositivo è stato realizzato in occasione della XXIII edizione del “Meeting per l’Amicizia tra i Popoli”, a cura di Paola Bergamini, in collaborazione con l’Associazione “Medicina e Persona”, Luca Belli, Adriano Rusconi, i Padri Gesuiti del Gesù Nuovo di Napoli.
Ad introdurre i lavori sono stati il parroco Don Vincenzo Federico e Anna Maria Angelone, responsabile del movimento diocesano di “Comunione e Liberazione”, che hanno presentato i relatori: Luigi De Paola, Direttore Sanitario dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, e Raffaele Rossiello, anatomopatologo, professore associato di Anatomia Patologica presso la Seconda Università di Napoli.
I due medici hanno condiviso con il numeroso pubblico presente le loro esperienze umane e professionali nei luoghi nei quali operò San Giuseppe Moscati, come testimoni della sua straordinaria opera a favore degli ammalati e degli ultimi.
Il professore Raffaele Rossiello ha conosciuto la figura del Santo grazie a Padre Alfredo Marranzini, che si adoperò fortemente per il processo di beatificazione, e ad altre persone che avevano incontrato direttamente San Giuseppe Moscati, circostanze che hanno cambiato profondamente la sua vita e che lo hanno reso uno dei più profondi conoscitori della vita del medico napoletano.
La relazione del professore ha sottolineato il contesto storico, culturale, ma anche medico e filosofico, nel quale operava il Santo, mettendo in luce un “personaggio reale, concreto”, che ha messo in pratica ogni giorno la sua vocazione di medico e di cristiano.
Il relatore ha concluso il suo intervento ricordando che, nell’Istituto di Anatomia Patologica “Luciano Armanni”, San Giuseppe Moscati fece apporre una targa con la scritta “Ero mors tua, o mors”, (“Sarò la tua morte, o morte”), che esprime tutta la forza del messaggio del Santo medico napoletano.
– Filomena Chiappardo –