Alla luce dell’approvazione del conto consuntivo relativo al 2016 da parte del Consiglio comunale di Padula, il gruppo di minoranza “Padula Bene Comune” attacca l’Amministrazione guidata dal sindaco Paolo Imparato con un pubblico manifesto che esordisce utilizzando i termini “bugie, rovine, dissesti“, “il quadro venuto alla luce dal conto consuntivo della gestione finanziaria 2016 dell’amministrazione Imparato, – come scrivono i consiglieri di opposizione – portato giovedì 15 scorso in Consiglio Comunale ed approvato con imbarazzo dalla maggioranza per dovere di scuderia e per torpore di giudizio“.
“È sparito il famoso ‘tesoretto’ di circa 3.500.000 euro propagandato un anno fa dai palchi e dalle scene politiche della campagna elettorale e applaudito a loro dire dall’intera Regione – continua il gruppo guidato da Caterina Di Bianco – Ma, più che sparito, non è mai esistito! Una balla gigantesca, una falsità colossale smascherata da questo Gruppo Consiliare attraverso elementi contabili ineccepibili“.
Secondo “Padula Bene Comune”, inoltre, “la condizione finanziaria del Comune rasenta oggi lo stato di pre-dissesto finanziario nel senso previsto dalla legge, se solo si calcola che il Sindaco immagina di poter riscuotere ben 2.690.591,63 euro tra Imposte, Tasse, Diritti e Canoni vari e diversi, per gli anni antecedenti il 2016“.
E riferendosi all’ultima seduta di Consiglio comunale la minoranza attacca l’Amministrazione Imparato per aver “affidato il servizio di riscossione coattiva delle entrate comunali, tributarie e patrimoniali all’Ente Nazionale della Riscossione Agenzia delle Entrate-Riscossione, che come è noto ha il potere di prelevare direttamente dai conti correnti bancari di ciascun cittadino“.
“Noi, consiglieri del gruppo di minoranza, – termina il manifesto di “Padula Bene Comune” – abbiamo votato contro, chiarendo e documentando il nostro dissenso, perché a noi sta a cuore il futuro e il ‘bene comune’ della nostra Città“.
– Chiara Di Miele –
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