Per 52 anni è stato “il libraio della Certosa”. Alfonso Monaco, infatti, è uno dei personaggi ai quali, maggiormente, è legato lo sviluppo della Certosa di San Lorenzo, punto di riferimento unico ed ineludibile del movimento culturale che si è sviluppato intorno all’importante monumento fondato per espresso volere da Tommaso Sanseverino agli inizi del 1300. Una vita intera spesa al servizio della Certosa, iniziata il 10 giugno 1964 quando, per volere del padre e grazie alla licenza concessagli dall’Amministrazione comunale, aprì la sua bottega all’interno della Certosa, vendendo ai primi visitatori soltanto bibite, biscotti e il primo libro scritto sulla Certosa di Padula, “La Reggia del Silenzio” di Giuseppe Alliegro, la cui prima edizione risale al 1934.
Ed è grazie a quel primo locale, dove per la prima volta era possibile acquistare un libro e dove era possibile mangiare qualche biscotto e bere una gazzosa, che incominciò a prendere corpo la prima forma organizzata di turismo in Certosa. “E’ proprio così – confida ad Ondanews Alfonso Monaco – prima dell’apertura del mio bar-libreria in Certosa non c’era neanche il bagno. E tutt’intorno c’era soltanto il deserto. Proprio così, non c’era la toilette, non c’era un telefono, non c’era la minima possibilità di ristoro. All’interno della Certosa non c’era neanche l’acqua potabile. Ricordo ancora bene il duro lavoro che dovevo sopportare ogni qualvolta dovevo andare a rifornirmi di acqua potabile, portando le damigiane su un carro e dirigermi, ogni qualvolta finiva l’acqua, presso la Fontana dei Merli”.
I primi ospiti del bar-libreria furono Sophia Loren ed Omar Sharif, protagonisti del film “C’era una volta”, girato proprio nella Certosa di Padula, con la regia di Francesco Rosi. “E’ stato tutto bellissimo – racconta Alfonso Monaco – Sophia Loren ha abitato un mese intero nel centro storico di Padula, in una casa di proprietà della Chiesa. Tutto il giorno, però, lo passava in Certosa per la lavorazione del film. Le era stata data in consegna la cella 21 ed ogni mattina ero io a servirle il caffè ed il cappuccino. Tutto questo per un mese intero. Sophia Loren, oltre che bellissima e bravissima, era anche molto generosa. Il caffè costava 40 lire. Nell’arco della giornata, però, capitava spesso di essere chiamato sul set perché voleva un altro caffè e lei, ogni volta, mi dava una banconota da 1.000 lire e non voleva assolutamente il resto. Era una cifra enorme, per quei tempi, ma a lei andava bene così. Una donna davvero eccezionale”.
Tanti i momenti speciali vissuti, nei suoi 52 anni di attività, dal libraio della Certosa. Dopo poco tempo Alfonso Monaco affida ad altre persone la gestione del bar e la sua occupazione principale diventa soltanto la libreria. La libreria della Certosa comincia ad essere, così, il punto di riferimento culturale del complesso certosino di Padula e per tutti i visitatori che si recavano a Padula la sua libreria diventava una tappa obbligata dove poter acquistare non soltanto libri sulla Certosa, ma anche libri di autori locali che avevano trovato in Alfonso Monaco un vero e proprio mecenate. Col tempo, Alfonso Monaco diventa anche curatore di tutti i cataloghi ufficiali della Certosa, nonché produttore di videocassette che riproducevano, per la prima volta, i filmati del monumentale complesso certosino. La Certosa, intanto, dopo il film “C’era una volta”, diventa set di altri film, come “La Città del Sole” con Giulio Brogi, Daniel Sherril e Riccardo Mangano, “Quanto è bello lu muriri accisu” con Stefano Satta Flores ed Angela Goodwin, “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia” di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e Candice Bergen e “Cavalli si nasce”, nel 1987, film di Sergio Staino con Paolo Hendel, Pietra Montecorvino, Beniamino Placido e Franco Angrisano. E in quest’ultimo film compare anche Alfonso Monaco. “Sì – ci dice Monaco- avevano bisogno di uno che, evidentemente, avesse le mie caratteristiche e mi fecero debuttare in questa pellicola, facendomi indossare i panni dell’attore”.
Tanti, tantissimi i ricordi, difficili anche da ricordare. “Quello che mi ricordo bene, però – confida ad Ondanews Alfonso Monaco – fu la mia visita a Londra a Buckingham Palace, ricevuto dalla Regina Elisabetta. Era il 20 marzo del 2002 quando un mio amico, John Shepherd, sposato con una donna di Padula, Maria Iannicelli, riesce a farmi ricevere dalla Regina Elisabetta alla quale porto in dono alcuni libri sulla Certosa di Padula. E poi l’incontro, in Certosa, con Susanna Agnelli, altra donna straordinaria e poi il Presidente del Napoli Corrado Ferlaino. Tanti, tanti, tanti ancora che a ricordarli se ne perde il conto, unitamente a James Hogg, l’autore più famoso al mondo della raccolta sulle 49 Certose presenti in Italia e su tutte le altre presenti nel Mondo”.
Dall’estate del 2016 la libreria della Certosa ha chiuso definitivamente i battenti e al solo pensarci il volto di Alfonso Monaco si rabbuia. In lui c’è tanta amarezza perché la storia della libreria della Certosa non doveva finire com’è finita. “Ho lottato con le unghie e con i denti per difendere la vita della Certosa – conclude Alfonso Monaco- ma ho dovuto spesso lottare contro una montagna enorme di ignoranza”. Alfonso Monaco è abbastanza deluso ed amareggiato. Passa ora il tempo a leggere tutto ciò che gli è rimasto da leggere. La sua casa dove si è ritirato è un vero scrigno, dove è custodito un patrimonio librario di inestimabile valore. E’ un pozzo di cultura, Alfonso Monaco, anche se lui non si stanca mai di ripetere: “Ho solo la terza media”. Ed invece, a tutt’oggi, Alfonso Monaco rappresenta una risorsa che manca tantissimo alla Certosa di Padula.