La Suprema Corte di Cassazione ha assolto un carabiniere dal reato di concussione.
Il militare, all’epoca dei fatti residente a Padula ed in servizio presso il Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Sala Consilina, era rimasto coinvolto in una richiesta di risarcimento per presunti danni alla carrozzeria. Il militare, infatti, dopo aver parcheggiato l’auto sotto la sua abitazione, l’aveva ritrovata in seguito graffiata con una scritta. Un gesto vandalico che il proprietario inizialmente aveva ricollegato alla sua professione. Dopo alcune indagini era emerso che gli autori erano 5 minorenni.
Il carabiniere, secondo quanto ricostruito in seguito, avrebbe evitato il coinvolgimento dei servizi sociali, partecipando ad una riunione con le famiglie dei giovani che in quell’occasione si sarebbero messe a disposizione per il pagamento dei danni, circa 1.200 euro. Lo stesso militare, infatti, avrebbe affermato di pagare una quota di 200 euro rimanente.
In seguito 3 famiglie avrebbero pagato la quota, mentre le altre hanno deciso di sporgere denuncia. Il carabiniere, occorre ricordare, fu anche sospeso.
La partecipazione a quella riunione è stata in seguito ritenuta concussiva dai Giudici, nelle prime due sentenze.
La Cassazione, dopo circa 12 anni, ha messo fine alla vicenda affermando l’estraneità ai fatti del carabiniere e annullando le prime due sentenze.
“Si chiude una vicenda lesiva per l’onorabilità del mio assistito – afferma il legale Renivaldo Lagreca – un fatto davvero ridicolo se si considera il pagamento della quota in questione ma, soprattutto, una vicenda diseducativa nei confronti di chi aveva sbagliato a prescindere e ha pensato di risolvere il tutto denunciando. Ci vuole pazienza, ma la legge prima o poi risponde sempre”.