Un riconoscimento per chi ha dedicato la propria vita alla legalità e alla giustizia questa mattina a Padula dove, nella sala convegni della Certosa di San Lorenzo si è tenuta la XVI edizione del Premio Internazionale “Joe Petrosino” organizzato dall’Associazione Internazionale Joe Petrosino.
Il prestigioso riconoscimento in memoria del poliziotto originario di Padula e distintosi per la lotta alla “Mano Nera” in America è stato conferito al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli, per le sue complesse indagini sulla mafia, al giornalista Paolo Borrometti, sotto scorta per aver denunciato la mafia con un’inchiesta, a Don Maurizio Patriciello, il parroco anti camorra di Caivano, al Questore di Napoli Antonio Di Jesu per il costante impegno e al Gruppo Cooperativo GOEL per aver supportato gli emarginati sociali.
Numerosi i presenti al tavolo dei lavori, moderato dal giornalista Vincenzo Rubano, il sindaco di Padula Paolo Imparato e l’amministrazione, il Presidente dell’ Associazione Joe Petrosino Vincenzo Lamanna e Nino Petrosino, pronipote di Joe.
Tra il pubblico intervenuto alla cerimonia anche tante istituzioni civili e militari tra cui il senatore Mario Giarrusso, il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Sala Consilina Davide Acquaviva, al Comandante della stazione di Padula Filippo Maniglia, al Luogonente Giuseppe Iannarelli, Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina.
Attestato di merito per “l’impegno costante nella lotta costante alla malavita” consegnato a Margherita Asta, familiare di una delle vittime di mafia della strage di Pizzolungo e al Capitano Davide Acquaviva.
“È il mondo di mezzo che ci rovina – ha detto Don Maurizio nel suo intervento – il non prendere posizione. Se non bonificheremo il mondo con il nostro impegno avremo ancora persone uccise dalle mafie. Un prete è un prete e spazio per la mafia nella Chiesa non può esserci“.
“Dobbiamo essere orgogliosi di figure come Petrosino e ricordarle alle nuove generazioni – le parole del Procuratore Filippelli – vari clan sono stati sgominati e i latitanti più pericolosi sono stati stanati dopo un lavoro investigativo di notevole sacrificio. Non abbiamo vinto ma lo Stato combatte e credo possa guadagnare e mantenere la fiducia dei cittadini. Tra la gente c’è il desiderio e la voglia di cambiare e preservare la legalità“.
– Claudia Monaco –