Torna a far discutere il tema Sanità in Basilicata in particolar modo le condizioni di criticità vissute dall’ospedale di Villa D’Agri.
Per questo motivo, con una lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Sindaco di Viggiano Amedeo Cicala e il Sindaco di Grumento Nova Antonio Imperatrice chiedono un intervento tempestivo riguardo il Piano Regionale Socio-Sanitario 2018-2020.
“In un incontro tenutosi a Villa D’Agri – scrivono i due Sindaci – l’Assessorato alla Sanità della Regione Basilicata con l’Azienda Ospedaliera San Carlo e la Asp competente, ha presentato il nuovo Piano Regionale Socio – Sanitario 2018-2020 dal quale è emerso, in maniera inequivocabile, che il Presidio ospedaliero di Villa d’Agri sarà dotato di minori servizi e prestazioni sanitarie riguardanti l’attività di primo soccorso, di chirurgia, di rianimazione, di terapia intensiva e comunque con turni ridotti e non assicurati h 24, anche per carenza di personale medico e paramedico”.
I due primi cittadini fanno inoltre riferimento al petrolio: “Sono stati fissati – scrivono – i punti principali da sottoporre alla Regione per salvaguardare, mantenere e perfino potenziare il Presidio Ospedaliero di Villa d’Agri, anche in ragione della presenza del più importante impianto dell’Europa Continentale di primo trattamento del petrolio estratto. Vogliamo pertanto sottolineare che, in virtù di quanto previsto per la riorganizzazione sanitaria di questa area, per la presenza del Centro Olio (C.O.V.A.) di Viggiano, soggetto alla normativa Seveso III, in quanto impianto a rischio d’incidente rilevante, è necessario sottoporre a verifica il Piano di Emergenza Esterna (P.E.P.) previsto ed adottato nel 2013 ed in questo coinvolgere l’Assessorato alla Sanità della Regione Basilicata per assicurare H24 la continuità dei servizi emergenziali di primo soccorso, nell’area critica di stabilizzazione, di rianimazione, di pneumologia, di chirurgia e di terapia intensiva e per un numero adeguato di potenziali pazienti”.
Nella missiva viene inoltre sottolineata l’elevata antropizzazione dell’Area Industriale della Val d‘Agri caratterizzata dalla presenza di circa 2.100 unità impegnate direttamente e indirettamente nell’indotto Eni e di circa altre 800 unità in attività produttive non correlate all’estrazione petrolifera e perfino non dotate degli opportuni DPI (Dispositivi di Protezione Individuali).
“Adottando il principio di precauzione e di prevenzione – concludono – in qualità di componenti del Posto di Comando Avanzato previsto dal Piano di Emergenza, vogliamo assicurare, in casi di Allarme – Emergenza Esterna, l’incolumità dei nostri cittadini e la totale efficacia degli interventi di primo soccorso, con la disponibilità della struttura ospedaliera al meglio delle proprie potenzialità, in termini di continuità dei servizi nelle 24 ore ed in termini di presenza di reparti idonei all’accoglienza in caso di malaugurato incidente rilevante”.
– Claudia Monaco –