Con determinazione della Direzione generale del Dipartimento Politiche dello Sviluppo della Regione Basilicata è stata disposta l’assegnazione di un contributo pari a due milioni di euro per azioni finalizzate al mantenimento e potenziamento di servizi per il presidio ospedaliero “San Pio da Pietrelcina” di Villa d’Agri.
Il provvedimento fa seguito alla decisione assunta dal Comitato di Coordinamento e Monitoraggio del presidio ospedaliero della Val d’Agri che nella sua ultima seduta ha motivato l’assegnazione delle risorse quale misura straordinaria rientrante nell’ambito della cosiddetta misura C del Programma operativo Val d’Agri (Servizi socio-assistenziali) in considerazione sia della situazione emergenziale ancora in atto, sia delle carenze strutturali evidenziate per la struttura ospedaliera.
In proposito si sono tenuti incontri istituzionali per il nosocomio di Villa d’Agri nel corso dei quali si è discusso e soprattutto è stata evidenziata la necessità di utilizzare le risorse assegnate per dare un’adeguata riposta alle esigenze del presidio e delle popolazioni interessate.
Per l’assessore alle Politiche di Sviluppo, Francesco Cupparo, l’intervento finanziario “è il riconoscimento del ruolo attribuito al Comitato di coordinamento e monitoraggio che ha funzioni e compiti in ordine all’espressione di pareri sulle azioni programmatiche e sui provvedimenti di riparto e di rimodulazione delle risorse predisposte dalla Giunta regionale, oltre che di promozione e assicurazione del coordinamento e dell’efficacia dei tavoli di concertazione con le parti economiche e sociali, ovvero con l’associazionismo, con il volontariato e con il settore no-profit, attive nell’area del Comprensorio. Il Comitato, al fine di svolgere le funzioni a cui è preposto, si è riunito più volte per discutere argomenti all’ordine del giorno relativi sia alla fase di avvio sia a quella attuativa del Programma operativo. Nello specifico, i contributi erogati testimoniano l’impegno a tutela della salute delle comunità del distretto petrolifero che proprio per l’impatto derivante dalle attività petrolifere ne hanno più bisogno”.