Finisce sotto accusa l’équipe di medici e operatori sanitari del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale “Ruggi” di Salerno diretto da Enrico Coscioni, presidente Agenas. A dicembre scorso un 62enne di Capaccio Paestum è morto dopo due giorni in terapia intensiva in seguito ad un intervento. Recentemente i familiari dell’uomo sono stati informati dai Nas che, dopo l’intervento d’installazione di due bypass al cuore e il cambio di una valvola eseguito nella Torre cardiologica, era stata dimenticata una garza nel corpo del padre, trovata in seguito alla riesumazione della salma e all’autopsia.
A giugno è arrivata una lettera anonima ai Nas che ha fatto scattare l’inchiesta. Ora si dovrà stabilire se la garza è stata la causa del decesso.
L’intervento fu eseguito tra il 22 e il 23 dicembre, dopo l’installazione dei bypass fu utilizzata anche una valvola per la ripresa del paziente. In questa circostanza sarebbe stata utilizzata una garza per proteggere il cuore durante le manovre per introdurre la valvola. A fine intervento sarebbero stati eseguiti tutti i controlli ed eseguita una radiografia per individuare l’eventuale dimenticanza della garza, ma non pare che non fossero emersi problemi. A giugno nella lettera anonima indirizzata ai militari è stato invece rivelato della garza dimenticata nel corpo del povero 62enne.
In merito alla vicenda per la quale sono indagati il dottor Coscioni e alcuni suoi collaboratori, la Direzione Generale ha fatto sapere di nutrire la più ampia fiducia nell’attività della Magistratura e degli organi di Polizia Giudiziaria, “auspicando un rigoroso quanto celere accertamento dei fatti e continuando ad offrire la massima collaborazione“. Il Direttore Generale Vincenzo D’Amato si è detto certo che le indagini in corso riusciranno a fare chiarezza sulla causa del decesso e sull’intera vicenda: “Anche a tutela dei tantissimi assistiti che si rivolgono all’Azienda Ospedaliera salernitana per risolvere un proprio problema di salute spesso di elevata complessità, ricevendo risposte adeguate ed appropriate, nell’attuale fase è corretto oltre che opportuno non anticipare i tempi della Magistratura, bensì attendere con fiducia gli esiti della verifica degli accadimenti che hanno portato al decesso del signor Umberto Maddolo“.