Si è consolidata oggi con le sedute operatorie di tre bambini (uno pugliese, uno campano e uno lucano), due di un mese e uno di tre anni, la strategica attività chirurgica legata alla oftalmologia pediatrica all’interno del reparto di Oculistica dell’ospedale “San Carlo” di Potenza. A renderlo noto è il Direttore generale del nosocomio potentino, Giuseppe Spera, che richiama l’attenzione “sui percorsi di eccellenza che devono essere assicurati da un Dea di secondo livello, quale l’ospedale di Potenza, per garantire questo tipo di prestazioni ospedaliere, basate sull’integrazione di una innovativa dotazione tecnologica, degli spazi e i luoghi fisici idonei per gli interventi sui più piccoli e del personale altamente specializzato. L‘Azienda ospedaliera regionale ‘San Carlo’ di Potenza si afferma Centro di riferimento nazionale per le attività chirurgiche di precisione, richieste a maggior ragione per operare su un occhio di un neonato”.
Le operazioni di questa mattina, stando alle parole del Direttore del reparto di Oculistica, Domenico Lacerenza, “sono state condotte tramite Femtolaser, uno strumento sofisticato che consente di attuare, con assoluta precisione alcune fasi della chirurgia della cataratta, della chirurgia del trapianto di cornea e della correzione dei difetti visivi, superando i limiti insiti nelle altre procedure. Rivolgo un doveroso ringraziamento alla direzione strategica e, in particolare, al Direttore Spera che, ancora una volta, ha mostrato grande attenzione verso il benessere degli utenti ospedalieri e il progresso aziendale, andando in controtendenza rispetto alla emergenza sanitaria, ovvero, innalzando il livello di qualità e innovazione garantite che ci ha permesso, nel contesto emergenziale descritto, di effettuare, garantendo le urgenze, oltre duemila cataratte e cinquecento interventi alla retina e promuovere la importante attività chirurgica oggi inaugurata”.
“Fino ad oggi – ha dichiarato con orgoglio l’assessore della Regione Basilicata alla Salute e alle Politiche sociali, Francesco Fanelli – questo tipo di interventi era causa di migrazione sanitaria passiva, con conseguente disagio economico e sociale delle famiglie lucane che, invece, d’ora in avanti, potranno assicurare ai propri piccoli quanto necessario, nella propria regione, con la qualità e l’eccellenza riconosciuta anche dalla partnership con l’ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma. A ciò si aggiunge una ulteriore considerazione che riguarda non solo l’abbattimento della migrazione passiva, ma anche l’incremento di quella attiva, cioè della capacità attrattiva dei nostri ospedali, come testimonia la provenienza dei primi piccoli pazienti”.