Il particolare quanto interessante rapporto tra propaganda bellica, a partire dalla Grande guerra, e pubblicità è stata la tematica affrontata ieri, nell’ex Convento della Santissima Pietà a Teggiano, in occasione della presentazione del libro “Oro e Piombo – Il mercato della Grande guerra. Pubblicità, cinema, propaganda, 1914 – 1918” del critico cinematografico Giuseppe Ghigi. L’evento è stato organizzato in collaborazione dall’Associazione Giornalisti Vallo di Diano, dal Comune di Teggiano e dalla Banca Monte Pruno.
Presenti al tavolo dei lavori, moderato dal presidente dell’associazione dei giornalisti valdianesi e Direttore editoriale di Ondanews, Rocco Colombo, lo stesso Capitano Acquaviva, il consigliere comunale Conantonio D’Elia, Carmine Pinto, docente di Storia all’Università di Salerno, Tonia Cartolano, giornalista di Sky Tg24, Michele Albanese, Direttore Generale della Banca Monte Pruno, e l’autore dell’interessante opera, docente all’Università di Ca’ Foscari di Venezia dove ha insegnato “Storia del cinema italiano”, oltre che collaboratore della Mostra del Cinema nella Città della Laguna. Presenti, tra il pubblico, il Vicepresidente della Banca Monte Pruno, Antonio Ciniello, il Vice Direttore Area Mercato, Antonio Pandolfo, il Responsabile della Segreteria di Direzione, Antonio Mastrandrea, il Maresciallo Francesco Pennisi, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri.
Anche in occasione di questo evento culturale è stato vivace e significativo il supporto prestato dalla Banca Monte Pruno. “La nostra banca – ha spiegato il Direttore Albanese – promuove eventi che mettono al centro la cultura, perchè investire in cultura significa saper investire. Dietro questa strategia abbiamo creato un vero circuito di valori“.
Su come è cambiato negli anni il meccanismo della propaganda, per giungere nel tempo fino ai social network ed al conseguente condizionamento praticato sulla massa, ha posto l’accento Tonia Cartolano. “Facebook – ha sottolineato la giornalista di Sky – segue le stesse modalità della propaganda bellica, seppure in tempo di pace. Quella bellica serviva per comunicare la bontà di un’ideologia, quella di Fb per comunicare la bontà della Rete. La bellica ha bisogno di un nemico, Fb ha bisogno di tanti amici e ci vende ad altri come fruitori, facendoci diventare merce di scambio“.
Il professor Ghigi ha messo in evidenza, attraverso la proiezione di curiose slide, il sottile quanto simbolico connubio tra la propaganda, che aveva il compito di mobilitare le masse, e la pubblicità, che si servì del conflitto bellico per vendere le merci, anche attraverso slogan dai toni forti e discutibili, spesso incurante della tragedia che si stava nel frattempo consumando con il sacrificio di migliaia di soldati. “La vita in trincea era tragica – ha spiegato Ghigi – ma il fronte interno, come pratica comune, usava i soldati come testimonial di prodotti con slogan assurdi. All’epoca la pubblicità era considerata come qualcosa di plebeo difficilmente coniugabile con qualcosa di nobile quale era ritenuta la guerra. Ma questa durò molto ed erano necessari uomini da arruolare. Per convincerli fu utilizzata la pubblicità, uno strumento nuovo. Così ebbe inizio la commistione stilistica tra propaganda e pubblicità“.
– Chiara Di Miele –
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