Il processo di orientamento è una costante della vita di tutti nella società post-industriale, caratterizzata da mutamenti e da trasformazioni incessanti.
Fin dall’infanzia dobbiamo prendere coscienza del sé, poi gradualmente progredire negli studi e nella professione, adattarci alle mutevoli esigenze personali e della società. Se in passato le attività di orientamento erano legate al passaggio da un grado formativo ad un altro, ora l’orientamento è una dimensione diacronica-formativa costante.
L’individuo, anche se vive esperienze segmentate, si trova in un continuum formativo-lavorativo nell’ottica del proprio sviluppo personale: occorre trovare strategie per orientarsi e ri-orientarsi lungo tutto il percorso della propria vita, acquisire capacità di adattamento ai cambiamenti sociali ed economici, saper trovare nuove strade da percorrere.
Questo processo dinamico prevede la capacità di orientarsi anche in età adulta, quando, ad esempio, ci si può trovare ad affrontare la perdita del lavoro, e un individuo, in qualità di soggetto disoccupato, deve pianificare le strategie per il reinserimento nel mondo del lavoro, magari sviluppando nuove competenze che aumentino la capacità occupazionale.
Il cambiamento può essere legato anche alla ricerca di maggiore gratificazione personale, al desiderio di porsi nuove sfide o di avere stimoli nuovi alla conclusione dell’attività lavorativa.
Le reti per l’orientamento, create a seguito di documenti comunitari sono a livello nazionale, regionale e soprattutto locale perché si sente forte l’esigenza di fornire servizi vicini alla gente. Quelli sul territorio sono sia pubblici che privati e forniscono opportunità di formazione ed informazione.
Un valido aiuto, per il territorio del Vallo di Diano, è certamente rappresentato dalla presenza degli sportelli “InformaGiovani” e “InformaAnziani”, adeguatamente attrezzati per offrire la necessaria consulenza.
– Gelsomina Langella –