Ottiene gli arresti domiciliari, ma non rispetta gli obblighi prescritti dal giudice. Per questo motivo torna in carcere uno dei principali indagati dell’operazione “Golden hand”.
I Militari della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia cautelare in carcere nei confronti del 42enne B.M., emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vallo della Lucania su richiesta della locale Procura della Repubblica.
B.M. fu arrestato e portato in carcere il 28 ottobre 2017 nell’ambito dell’operazione “Golden hand” con cui furono attinti da provvedimenti cautelari 17 indagati, responsabili, a vario titolo, di reati associativi finalizzati all’usura, alla ricettazione e al furto con destrezza su tutto il territorio nazionale. Posto agli arresti domiciliari dopo un’istanza presentata al Tribunale del Riesame di Salerno, è stato sorpreso, durante i controlli di rito dei Carabinieri della Stazione di Padula, mentre violava il divieto imposto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui convivono abitualmente.
L’uomo, infatti, si intratteneva con estranei, tra l’altro gravati da precedenti penali. Per tale ragione la Procura della Repubblica ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere.
Il G.I.P., condividendo le argomentazioni prospettate, ha disposto l’aggravamento della misura custodiale la cui esecuzione è stata delegata ai finanzieri del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Salerno che avevano svolto le indagini, nate da alcune ipotesi di usura con interessi anche superiori al 100% annuo, ma che svelarono uno scenario molto più ampio che consentì di accertare l’esistenza di due organizzazioni finalizzate alla commissione ed alla ricettazione dei monili trafugati da gioiellerie di tutto il territorio nazionale.
– Chiara Di Miele –
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