I Muto sono una ‘ndrina di Cetraro dove il ruolo di capobastone è affidato a Francesco Muto meglio conosciuto come il “re del pesce” perchè, lungo la costa tirrenica, che si estende per circa 150 chilometri, il mercato ittico è completamente nelle sue mani. Francesco Muto è anche il trait d’union tra la ‘ndrangheta e la camorra, come venuto fuori anche dall’operazione “Frontiera” dove veniva coinvolto anche il clan camorristico dei Nuvoletta di Marano di Napoli nelle attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Le attività della cosca partono dalla costa tirrenica cosentina e giungono fino al Vallo di Diano ed al Cilento.
Il clan monopolizzava fino al dettaglio la commercializzazione dei prodotti ittici, i servizi di lavanderia industriale delle strutture alberghiere e la vigilanza dei locali d’intrattenimento. Ma l’attività di Muto e del suo clan non si fermava all’inquinamento del settore turistico. Parallelamente, le indagini del Comando Provinciale di Cosenza hanno documentato un importate traffico di stupefacenti che, sotto il controllo di Muto, riforniva abbondantemente di cocaina, hashish e marijuana le principali località balneari della costa tirrenica.
Nei primi anni ’90 la Polizia fece una sorta di sondaggio tra tutte le attività commerciali della costa: hotel, ristoranti, pescherie, supermercati, case di cura, ospedali. Risultò che quasi l’80% si riforniva esclusivamente dai Muto. Ma soprattutto si evidenziò che non c’era contrattazione, la fornitura di pesce arriva e si deve pagare. In quel periodo Francesco Muto viveva a Sala Consilina in “soggiorno obbligato” dove, in un’operazione congiunta fra tutte le forze dell’ordine, fu arrestato nel 1992 nella struttura che lo ospitava, ubicata nella frazione di Trinità. E fu proprio durante il suo soggiorno obbligato a Sala Consilina che, divenuto il suo quartiere generale coatto, incominciò a mettere le radici malavitose anche nel Vallo di Diano, che evidentemente, come ha dimostrato l’operazione “Frontiera” e come ha espressamente riferito il Generale dei Carabinieri, Comandante del ROS Giuseppe Governale nella conferenza stampa di ieri, non si erano mai spezzate.
L’Arma ha impiegato circa 400 uomini per portare brillantemente a termine l’operazione. Un assedio che affonda le sue radici originarie nel terreno delle indagini sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo.
“Abbiamo colpito i vertici di una delle famiglie più importanti della ‘ndrangheta. La famiglia Muto di Cetraro – ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri – che tra l’altro controllava il pescato di tutte le imbarcazioni che operavano sulla costa cosentina. Andavano dagli amministratori dei grandi supermercati e imponevano la gestione della pescheria, pena severe ritorsioni. La cosca Muto controllava quasi il respiro in questo territorio”.
– Erminio Cioffi –