Il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, Imma Vietri, denuncia le inadempienze degli enti locali. “Oltre al ripristino immediato delle condizioni di sicurezza del territorio e ad una doverosa stima dei danni, occorre interrogarsi anche sulle reali cause di problemi così rilevanti – dichiara -. Sarebbe un errore della politica attribuire tutta la responsabilità ai mutamenti climatici e alla fragilità del territorio. Occorre, al contrario, affrontare subito il problema della mancata manutenzione del territorio stesso. Sono stati per troppi anni rimandati lavori ordinari come quelli di pulizia degli alvei fluviali o di messa in sicurezza dei costoni rocciosi. Scelte politiche scellerate, come la finta abolizione delle Province, hanno determinato l’impossibilità di provvedere alla cura delle infrastrutture: ripristinare la viabilità dopo il cedimento di un tratto di strada è operazione che può richiedere anni, dal momento che la gran parte della rete viaria è di competenza proprio della Provincia. E a farne le spese sono i cittadini che sono costretti ad utilizzare lunghi e tortuosi percorsi alternativi“.
Per Fratelli d’Italia è il momento di mettere da parte la propaganda e di intervenire in maniera seria. “Per porre rimedio a tutto questo – afferma il portavoce provinciale – non occorrono piani strombazzati, come quello denominato ‘Italia sicura’ messo in piedi dai governi Renzi e Gentiloni, se poi solo il 20% delle risorse arriva nelle casse delle Regioni e molti dei lavori programmati stentano a partire. C’è bisogno, piuttosto, di una assunzione di responsabilità della politica a tutti i livelli, con l’attivazione di meccanismi che consentano davvero di attuare interventi di prevenzione del rischio idrogeologico. A partire da ciò che deve fare la Provincia, per la parte di sua competenza. Il presidente Strianese, anziché trincerarsi dietro la scusa della mancanza di fondi, farebbe bene a destinare tutte le risorse possibili del bilancio dell’ente agli interventi di messa in sicurezza. Più in generale, la Regione avrebbe dovuto già da tempo farsi carico della necessità di attivare opere che siano in grado di mitigare il rischio in un territorio che (come evidenziano i rapporti dell’Ispra) è caratterizzato in massima parte da aree che hanno un indice di pericolosità di frana elevato o molto elevato, o un indice elevato di pericolosità di idraulica. È in ballo la sicurezza del territorio e dei suoi cittadini dal momento che si calcola che in Campania 300mila persone vivono in zone in cui il rischio di frane è elevato o molto elevato, collocando la nostra regione al primo posto in Italia per numero di residenti esposti a questo pericolo (sempre dati Ispra)“.
– Chiara Di Miele –