“Ridateci il Colonnello Fabio Cagnazzo” è il nome del gruppo Fb a sostegno dell’ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che ieri mattina è stato arrestato, insieme ad altre tre persone, dai Carabinieri del ROS di Roma per il concorso nell’omicidio di Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore di Pollica ucciso il 5 settembre 2010.
Sono tanti gli utenti del social network più utilizzato al mondo a scrivere messaggi di solidarietà a Cagnazzo che a gennaio scorso è stato sottoposto ad un lungo interrogatorio dopo oltre un anno dalla perquisizione a suo carico nel corso della quale furono sequestrati cellulari e schede sim di sua titolarità.
“Chi ti conosce non dubita“, “Una vita dedicata alla tutela della brava gente, gli alamari cuciti sulla pelle e pronto ad intervenire durante e fuori servizio per sventare reati di ogni tipo. Sempre operativo al servizio dello Stato e dei cittadini sacrificando la tua vita e quella della tua famiglia. Tutto verificabile e tangibile …gli atti parlano! Sempre con te fino alla fine“, “Spero vivamente che questa bruttissima parentesi possa essere presto cancellata (anche se essere trattato come un criminale fa male all’anima per chi vive di legalità da sempre). Colonnello ne uscirà più forte di prima e le dovranno chiedere scusa“. Sono solo alcune delle tantissime frasi di sostegno scritte in queste ore sulla pagina Fb.
Il Colonnello arrestato è stato a capo del Nucleo Operativo del Gruppo di Castello di Cisterna, mentre nel 2010 è stato trasferito a Foggia per motivazioni sconosciute. Dal 2017 al 2020 ha comandato i Carabinieri di Frosinone.
All’ufficiale la Procura contesta di aver favorito il clan Cesarano di Pompei-Scafati e di avere assicurato il depistaggio dell’inchiesta a favore degli altri tre arrestati, Giuseppe Cipriano, Romolo Ridosso e il brigadiere dei Carabinieri Lazzaro Cioffi. Questi, secondo l’accusa, avrebbero preso parte all’ideazione, alla pianificazione e all’organizzazione dell’omicidio. I primi sopralluoghi preliminari sarebbero stati eseguiti da Cioffi, poi da Ridosso e Cipriano i quali si assicurarono che nel luogo dell’omicidio non ci fossero telecamere di videosorveglianza.
Dopo il delitto Cagnazzo avrebbe depistato effettivamente le indagini condotte dalla Procura di Salerno indirizzandole verso una falsa pista, quella dell’alterco del sindaco Vassallo con Bruno Humberto Damiani e Roberto Vassallo per questioni legate allo spaccio di stupefacenti.
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