Il reato di omicidio stradale inizia a prendere forma. Con il solo voto contrario di Forza Italia, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato ieri il disegno di legge che introduce nel nostro codice penale questo nuovo reato, che “scatterà” nei casi in cui la morte di una o più persone deriverà da un incidente stradale.
A breve il testo arriverà in Aula: il relatore Giuseppe Cucca del Pd si dice convinto che la discussione inizierà entro i primi giorni di giugno.
Chi uccide qualcuno guidando un’automobile o un’imbarcazione sotto l’effetto di alcol o droghe rischia il carcere fino a 12 anni – che diventano 18 anni nel caso di omicidio plurimo – e la revoca della patente fino a 30 anni.
“Una buona notizia, uno straordinario passo avanti“, per il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, che sottolinea che è stato fatto “un ottimo lavoro, lo dovevamo a tutte quelle famiglie che hanno perso un figlio o un parente. Una prima battaglia vinta anche per loro”.
Questi sono i punti forti del testo che arriverà in Aula. Si introduce, innanzitutto, il delitto di omicidio stradale e nautico.
Pene severe anche per chi provoca la morte di una persona in seguito ad una manovra pericolosa, anche se non si è sotto l’effetto di alcol o droga: dai 7 ai 10 anni se l’incidente mortale avviene perché si attraversa un incrocio passando con il semaforo rosso o si fa una manovra di inversione del senso di marcia o un sorpasso in prossimità delle strisce pedonali.
La stessa pena sarà applicata anche in caso di incidente mortale in acqua se chi guida l’imbarcazione procede ad una velocità superiore al doppio di quella consentita o se circola in uno specchio d’acqua nel quale non è consentita la navigazione.
C’è poi la revoca della patente, con differenziazioni: se si uccide qualcuno mentre si guida ubriachi, la revoca arriva fino a 15 anni, fino a 20 anni, invece, se in passato si è stati già sottoposti all’alcoltest. Se, infine, si guida in stato di ebbrezza e si supera il limite di velocità scatta la revoca massima dei 30 anni.
Il Vallo di Diano, anche grazie alle azioni di associazioni che si occupano di sicurezza stradale, si è schierato da tempo a favore dell’approvazione della legge che condanna il reato di omicidio stradale: continuano, purtroppo, ad essere tante le vittime innocenti, una strage silenziosa che si consuma sull’asfalto tra lacrime, sangue e richiesta di giustizia.
– Filomena Chiappardo –