Presentato il ricorso in Corte di Cassazione contro la sentenza della Corte di Assise di Appello di Salerno con la quale era stato rimesso in libertà il 32enne Giuseppe Petrillo, condannato in primo grado a 23 anni di carcere per l’assassinio sulle montagne di Polla, nel 2010, del 61enne Nicola Di Gloria. A dicembre dello scorso anno i giudici di appello avevano ridotto la pena a 6 anni di reclusione con la conseguente remissione immediata in libertà. La notevole riduzione della pena è arrivata perché i giudici hanno riconosciuto in Pino Petrillo un vizio parziale di mente.
“Ci sono tantissimi aspetti contrastanti nella sentenza di Appello – ha spiegato l’avvocato Sebastiano Tanzola, legale della famiglia Di Gloria – e uno su tutti è quello relativo alle cause della morte. In primo grado era stato acclarato che la morte era stata causata dall’auto che aveva sormontato il corpo di Di Gloria, invece secondo i giudici di appello sarebbe morto di stenti perché abbandonato nella zona montuosa dove i due si trovavano. A ciò si aggiunge anche il fatto che in primo grado un perito del tribunale aveva accertato che l’imputato era perfettamente capace di intendere e di volere invece senza alcuna perizia in appello è saltato fuori un vizio parziale di mente”.
– Erminio Cioffi –
- Articolo correlato:
22/12/2014 – Polla, omicidio Di Gloria: Giuseppe Petrillo torna in libertà, ridotta a 6 anni la pena in appello