Preparare gli atleti azzurri ad affrontare le sfide più importanti e gioire con loro quando, come nel caso degli ultimi Europei, portano a casa un medagliere di tutto rispetto. È quello che da anni fa Cristian Bruno, fisioterapista e osteopata della Nazionale Italiana di Atletica Leggera, originario di Teggiano.
I genitori di Cristian, infatti, sono entrambi figli della città medioevale del Vallo di Diano, nonostante negli anni passati, per motivi di lavoro, hanno trasferito la loro famiglia ad Ostia (il papà, scomparso prematuramente, prestava servizio nella Guardia di Finanza). Ed è nel Lazio che Cristian ha studiato e si è formato per diventare un professionista affermato e ormai indispensabile agli atleti azzurri per poter compiere le loro imprese.
Nell’intervista che ci ha gentilmente concesso ripercorre tutte le emozioni provate ai recenti Europei, ma anche la gioia di prendere parte insieme alla Nazionale alle prossime Olimpiadi di Parigi e il suo legame con la terra di origine.
- Da quanto tempo lavori con la Nazionale di Atletica?
Dal 2009, ormai sono tanti anni. Durante l’anno seguo in maniera individuale alcuni degli atleti che vivono qui ad Ostia, tra cui i campioni olimpici Palmisano e Stano o i mezzofondisti come Gaia Sabbatini. Poi quando ci sono gli Europei o i Mondiali in vista, oltre a lavorare con questi atleti specifici mi occupo, insieme agli altri terapisti, di tutti coloro che fanno parte della Nazionale.
- Nello specifico in cosa consiste il tuo compito, in particolar modo quando ci sono in programma appuntamenti importanti come gli Europei o le Olimpiadi?
In queste occasioni forniamo assistenza agli atleti dal punto di vista fisioterapico e osteopatico, sperando anzitutto che ci sia da fare solo un lavoro di tipo ordinario e che quindi non ci siano infortuni. Si fanno dei trattamenti prima della gara attraverso esercizi di mobilità. Dove sussistono delle necessità tra una gara e l’altra, soprattutto per i velocisti che fanno le batterie, si lavora con l’atleta per farlo recuperare al meglio possibile per la gara del giorno seguente o di due giorni dopo. In questi casi si pratica la massoterapia, si utilizzano vasche con il ghiaccio defaticanti, si fanno esercizi di allungamento. In queste competizioni non abbiamo orari, iniziamo la mattina e finiamo di sera. È sicuramente un lavoro faticoso ma molto bello, perché vivi delle emozioni come quelle degli Europei appena terminati.
- La tua figura è fondamentale per il percorso degli atleti. Li sproni anche moralmente quando ne hai l’occasione?
Sì, soprattutto quelli che seguo durante l’anno. Il lettino del fisioterapista diventa anche un momento in cui l’atleta abbandona le sue difese e si sfoga. Il terapista deve essere in grado di capire cosa dire e cosa non dire. Siamo molto attenti a guadagnare la fiducia degli sportivi.
- Qual è l’atleta a cui ti senti più legato?
Antonella Palmisano. Perché la seguo dal 2012 e con lei si è instaurato un rapporto professionale, di fiducia e anche un po’ di più, tanto che mia figlia è stata una delle sue damigelle di nozze. Antonella è stata tra i primi a darmi fiducia. Nel corso della sua carriera ci sono stati momenti difficili legati agli infortuni e tutto ciò non ha permesso che lei cambiasse la fiducia che nutre nei miei riguardi. Devo ringraziarla perché anche per merito suo e dei suoi successi, di riflesso, io mi sono affermato in questo mondo.
- Gli Europei appena conclusi hanno regalato all’Italia tante soddisfazioni e un bilancio eccellente. Cosa hai portato a casa insieme agli Azzurri?
È stata benzina per poter continuare, perché solitamente in questo periodo in cui ci sono le competizioni più importanti arriviamo anche un po’ stanchi dopo il lavoro fatto tutto l’anno. Poi vivi delle emozioni come quelle degli Europei e, nonostante la stanchezza, ti ricarichi per continuare. A me capita spesso, perché l’atletica è una mia grande passione. Dagli Europei mi porto dietro la consapevolezza di essere uno spettatore privilegiato non pagante della Nazionale più forte della storia. Quindi ho vissuto dall’interno un momento di vittoria dello sport e mi emoziona vedere gli atleti gioire, piangere. Ti carica tantissimo.
- Come ti stai preparando per il prossimo appuntamento, ancora più importante, che è quello con le Olimpiadi di Parigi?
Dal 24 giugno sarò in raduno per due settimane a Roccaraso e qui seguirò la preparazione preolimpica di Antonella Palmisano, di Massimo Stano e di altri marciatori che sono Trapletti e Orsoni. Sarò tutti i giorni con loro e lavoreremo per le Olimpiadi fino al 15 luglio. Inoltre quest’anno la Salernitana, che è la mia squadra, va in ritiro a Roccaraso e ne approfitterò per andare a vedere gli allenamenti. Poi dopo meno di 15 giorni partiremo per Parigi. Questa per me è la terza Olimpiade: sono stato a Rio de Janeiro e a Tokyo.
- Puoi fare una previsione per la Nazionale in vista di Parigi 2024?
Considerati gli Europei noi andiamo a Parigi con buone aspettative, anche se gareggiare contro potenze mondiali come Stati Uniti e Giamaica o nel mezzofondo Kenya ed Etiopia è più arduo. Non so se sarà possibile rivedere i 5 ori di Tokyo, magari ne faremo di più, chissà. Ma sicuramente tutti quelli che parteciperanno alle Olimpiadi, dopo gli ultimi Europei, avranno una consapevolezza: si può vincere ad ogni livello e in ogni gara, perché tutti i ragazzi vogliono provarci e si sentono in grado di poter ambire.
- Cosa porti di Teggiano nel cuore? Quale ricordo ti lega al tuo paese?
Innanzitutto ricordo le feste patronali, che da Roma in su non ho più avuto modo di rivivere. Ricordo le giornate intere a fare cose che adesso i bambini non fanno più, come andare nei campi dietro casa di nonna a Prato Perillo. Ho nel cuore le serate passate davanti casa insieme a tante persone del vicinato, ma mi mancano anche alcuni piatti tipici che qui ad Ostia non ho ritrovato. Per fortuna riesco a farmi inviare i peperoni cruschi e la polvere di peperone da mettere sulla pasta. Sono tante piccole cose che in qualche modo mi tengono legato alle mie origini. Non ritorno a Teggiano tanto spesso come un tempo, ma la mia compagna è di Vietri sul Mare e quindi il territorio di Salerno e dintorni continua ad essere tra le mie mete.