Il comitato “Se non ora quando-Vallo di Diano” esprime solidarietà a Maria Grazia Iezza, componente dell’Associazione Italiana Arbitri di Sala Consilina che, impegnata qualche settimana fa come guardalinee nella partita di calcio tra il Buccino Volcei e il Faiano valevole per il massimo campionato regionale di Eccellenza, è stata vittima di insulti ed offese a carattere sessista. Il giudice sportivo ha poi deciso un’ammenda di 80 euro a carico della società del Buccino Volcei, perché i suoi “sostenitori offendevano l’assistente arbitrale con frasi offensive e sessiste”.
“L‘odio di genere nei campi di calcio – fanno sapere dal comitato – colpisce ancora con connotati alquanto preoccupanti, perché apostrofare un’arbitra con cori e insulti sessisti va oltre la vecchia e consolidata tradizione negli stadi italiani, e probabilmente anche negli stadi di tutto il mondo, di offendere i direttori di gara. Sembrerebbe che offendere in tal modo le donne impegnate come arbitre sui campi di gioco sia finalizzato all’obiettivo di farle desistere dall’investitura in tali ruoli. Come se non avessero comprovati curricula di merito nell’assolvimento del proprio ruolo, le arbitre vengono messe sotto il tiro di tali insulti per mortificarle nel loro essere donne“.
L’episodio nei giorni successivi ha portato ad una contesa legale tra il Comune di Buccino e la dirigenza della squadra del Buccinio-Volcei circa l’utilizzo dello stadio cittadino, che l’Amministrazione comunale aveva proibito come punizione per il comportamento tenuto dai sostenitori della squadra locale.
“Sullo sfondo – concludono dal comitato – è rimasta, però, un’arbitra che non meritava di essere trattata in quel modo. Un’ammenda pecuniaria potrebbe valere poco se ad essa nel futuro non corrispondono congrui comportamenti da parte della dirigenza delle squadre e dei loro sostenitori. Ancora di meno sarebbe valida se non ci si impegna per il futuro a consentire alle donne arbitro di esercitare dignitosamente le loro mansioni, non prendendo a pretesto il loro genere per subissarle di insulti ed offese sessiste”.
– Antonella D’Alto –
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