E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo “redditometro”, il temuto strumento di accertamento sintetico del reddito che permette al Fisco di determinare in modo indiretto la capacità reddituale dei contribuenti in base alla capacità di spesa di ognuno.
Sarà applicato ai redditi a partire dal 2011 e comprende oltre 100 voci, divise in consumi e investimenti. Nella prima categoria rientrano generi alimentari, abbigliamento, spese per l’abitazione, combustibili ed energia, mobili, elettrodomestici e servizi per la casa, spese sanitarie e per i trasporti, spese per le comunicazioni, per l’istruzione, per il tempo libero, la cultura e i giochi. Nella seconda, invece, sono annoverati gli investimenti per immobili, beni mobili registrati, polizze assicurative, azioni, obbligazioni, buoni postali fruttiferi, fondi d’investimento, oggetti d’arte o d’antiquariato, donazioni.
Il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva è determinato grazie ad analisi e studi socio-economici, tenuto conto della spesa media, per gruppi e categorie di consumi, del nucleo familiare di appartenenza del contribuente e corrisponde alla spesa media risultante dall’indagine annuale sui consumi delle famiglie inserita nel Programma statistico nazionale, effettuata su campioni di contribuenti appartenenti ad 11 tipologie di nuclei familiari divise in cinque aree territoriali del Paese.
Gli accertamenti sulla base del “redditometro” avvengono solo nel caso in cui il reddito complessivo accertabile eccede di almeno il 20% quello dichiarato.
Nel nuovo “redditometro” tante le voci di spesa inserite per la prima volta e prese in esame dal Fisco. Tra le novità gli abbonamenti per le pay-tv, le spese per abbonamenti ad eventi sportivi e culturali, ma anche quelle effettuate per il benessere e l’estetica del corpo, come le sedute da barbieri, parrucchieri, centri di bellezza, prodotti per la cura della persona e centri benessere. E, ancora, gli assegni periodici corrisposti al coniuge, le rette per gli asili nido e le spese necessarie al mantenimento di un cavallo.
Difficile sfuggire ai controlli fiscali, quindi, anche se la Corte dei Conti ha reso noto a proposito che, nell’ultimo anno, gli accertamenti effettuati si aggirano intorno agli 11 mila, in calo di molto rispetto al 2013.
– Chiara Di Miele –