“Auguri alla nuova Giunta regionale, per il tempo che durerà. Il voto sulla mozione di sfiducia, proposto da Partito Democratico e M5S e sostenuta in aula dall’intero centrosinistra, ha certificato che il Presidente Bardi non può contare su una maggioranza assoluta a suo sostegno, godendo solo dell’appoggio di 10 consiglieri regionali sui 21 assegnati, compreso lui. Dunque il Bardi ter, nato a distanza di soli sedici giorni dal precedente rimpasto, non ha i numeri per governare”.
Lo dichiara il consigliere Roberto Cifarelli a nome dell’intero gruppo Pd, evidenziando che “la coperta di Bardi continua ad essere corta. Le ragioni che avevano indotto a presentare la mozione di sfiducia all’indomani della nascita del Bardi bis erano legate alle esplicite dichiarazioni del passaggio all’opposizione di Fratelli d’Italia. In ‘zona Cesarini’ Bardi ha dato vita al Bardi ter attraverso il rientro in Giunta di Franco Cupparo in quota Forza Italia e di Cosimo Latronico e Alessandro Galella per conto di Fratelli d’Italia. Contestualmente, la consigliera Sileo ha lasciato il gruppo della Lega per aderire al Misto, il capogruppo di Forza Italia, Francesco Piro, si è dichiarato in dissenso con l’operato di Bardi ed insieme ai consiglieri della Lega, Zullino e Vizziello, non ha preso parte alla seduta del Consiglio. Insomma: Bardi ha accontentato Fratelli d’Italia, ma ha aperto un nuovo fronte con Lega e Forza Italia”.
“La crisi, dunque, iniziata già nel 2019 all’indomani dell’insediamento del ‘governo del cambiamento’ – sottolinea il capogruppo – non è terminata, ma si è aperta ad un nuovo capitolo. In tutta questa discussione i nobili assenti sono la soluzione ai tanti problemi dei cittadini, dal caro energetico che colpisce imprese, trasportatori, famiglie, ai temi del lavoro, della formazione, della salute, e la Politica (con la P maiuscola). La degenerazione è plastica guardando ai tanti passaggi da un partito all’altro da parte dei consiglieri del centrodestra. Sei su dodici. Si cambia partito con la stessa facilità con cui si cambia una camicia. Come se i partiti fossero tutti uguali, con la stessa storia e gli stessi valori, e come se gli elettori fossero pacchi di proprietà privata da spostare a loro insaputa. Il Presidente Bardi è sotto ricatto e per tenersi in piedi ha dimostrato di essere disposto a rinunciare alla dignità spesso decantata. Da uomo della cosiddetta società civile possiamo dire che dopo tre anni è diventato protagonista assoluto del teatrino della politica. La prossima tappa di ulteriori lacerazioni sarà il rinnovo dell’ufficio di presidenza del Consiglio Regionale”.
“Dal canto nostro – conclude Cifarelli – il voto compatto di tutti i gruppi di minoranza alla mozione di sfiducia apre il cantiere per la costruzione di un’ampia e vincente coalizione alternativa a questo inconsistente centrodestra lucano. Speravamo in un atteggiamento politicamente diverso da parte del Presidente Bardi, ma ‘chi pensa di guidare gli altri e non ha nessuno che lo segue sta solo facendo una passeggiata’. La sensazione che abbiamo è che il Presidente Bardi, in questi anni, si è ritrovato a passeggiare sulle aspettative dei lucani”.
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