“Dopo decenni di discussione parlamentare, l’Italia ha ufficialmente una nuova norma sull’agricoltura biologica. È in vigore da oggi, infatti, la legge 23/2022 recante ‘Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico’, approvata definitivamente dal Senato lo scorso 2 marzo. Gli oltre 2mila operatori lucani potranno contare su una norma all’avanguardia per sostenere e incentivare le produzioni agricole biologiche: ad oggi la Basilicata è la nona regione italiana con oltre 103mila ettari pari al 21% del totale e circa 2.360 operatori. Le coltivazioni più interessate sono quelle a cereali (37mila ettari) e le colture foraggere (17mila), a cui seguono le colture proteiche (9mila), l’olivo (5mila) e gli ortaggi (4mila)”.
E’ quanto dichiarato dal deputato Luciano Cillis, esponente Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura.
“Coordinandosi con le Regioni – aggiunge Cillis – sarà compito del Ministero delle Politiche Agricole adottare il ‘Piano nazionale delle sementi biologiche’ e il ‘Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici’, sotto l’egida del tavolo tecnico ministeriale per la produzione bio. Importanti novità riguardano, poi, l’introduzione del marchio ‘bio italiano’ e il ‘Fondo per lo sviluppo della produzione biologica’. Nascono, infine, i distretti biologici che si caratterizzano non solo per la coltivazione, l’allevamento e la trasformazione agroalimentare di prodotti bio ma anche per l’integrazione con il tessuto produttivo locale”.
Come sottolineato dal deputato pentastellato l’Italia potrà così avere gli elementi normativi e le risorse adeguate per poter essere sempre più leader in Europa con le sue oltre 80mila imprese certificate bio e 2 milioni di ettari coltivati. Nell’attesa di poter accedere ai 300 milioni di euro previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per i contratti di filiera e di distretto dedicati esclusivamente al biologico.
“Inizia ora, dunque, la sfida per aumentare le produzioni sostenibili dal 16 al 25%, come ci viene richiesto dalle strategie comunitarie emanate nell’ambito del Green Deal”, conclude Cillis.